Willy, i genitori dei fratelli Bianchi rischiano il carcere. Altri tre amici indagati

Rischiano una condanna a 6 anni di carcere i genitori di Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, i ragazzi accusati di avere pestato fino ad ucciderlo...

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Rischiano una condanna a 6 anni di carcere i genitori di Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, i ragazzi accusati di avere pestato fino ad ucciderlo Willy Monteiro Duarte. Le tre famiglie avrebbero ottenuto indebitamente, e sulla base di false dichiarazioni, il reddito di cittadinanza. Dalle verifiche della Guardia di Finanza, infatti, è emerso che avevano altre entrate contrariamente a quanto sostenuto. E adesso, la procura di Velletri potrebbe ottenere il sequestro cautelativo dei beni, fino al raggiungimento delle somme finora percepite che l’Inps, dopo avere bloccato il contributo, chiede indietro. E mentre vanno avanti gli accertamenti patrimoniali, mettendo a confronto l’alto tenore di vita incompatibile con il redditi dichiarati, i carabinieri tirano le fila e lavorano sulle denunce per risse e lesioni che vedono indagati i due fratelli picchiatori. Le vittime erano quasi tutte straniere. 


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LA MISURA
Sarà il gip di Velletri a stabilire se disporre un sequestro per equivalente, qualora le famiglie degli indagati non restituiscano immediatamente le cifre percepite dallo Stato e destinate a chi non abbia un reddito. Un totale di 27.700 euro. Soldi che dovranno essere restituiti e per recuperarli la procura potrebbe decidere di bloccare i beni. Neppure la restituzione però salvaguarderebbe gli interessati dal procedimento penale per un reato che prevede pene dai 2 ai 6 anni. Ma c’è anche l’altro aspetto: il banco di frutta, che non giustifica il reddito di cittadinanza non è conciliabile con la vita extralusso dei Bianchi. Già nell’interrogatorio di convalida dell’arresto, il gip aveva chiesto agli indagati se percepissero il sussidio: «Non l’abbiamo mai chiesto e non sappiamo cosa sia», hanno fatto mettere a verbale. L’inchiesta punta a capire se i Bianchi coprano giri di affari illeciti. 
 


Tra le vittime dei loro pestaggi, fin da quando erano neanche ventenni, figurano diversi stranieri. Durante una maxi-rissa tra italiani e stranieri davanti a una discoteca di Velletri presero di mira un indiano. La loro partecipazione al raid non emerse subito, ma vennero individuati grazie alle telecamere di sorveglianza. Sempre a Velletri, nel centro storico, spaccarono la mandibola a un romeno e gli causarono traumi per 60 giorni di prognosi. Obiettivi stranieri, come di origine straniera era Willy. C’è da dire, però, che, finora, dalle indagini non sono emerse aggravanti razziali e che nel Suv dei Bianchi (intestato alla cognata) la notte dell’omicidio c’era anche un ragazzo di origine nordafricana, Omar S..

NUOVI INDAGATI
Le indagini dei carabinieri vanno avanti e proseguono nell’ascolto di testimoni. Una attività andata avanti per tutta la settimana e che potrebbe culminare con nuove iscrizioni nel registro degli indagati. Chi indaga sta ascoltando, al momento in veste di testimoni, i ragazzi che erano con il branco quella notte. In particolare sono almeno tre le posizioni al vaglio e per le quali potrebbe scattare accuse che vanno dal concorso, al favoreggiamento o all’omissione di soccorso. Un lavoro legato all’analisi dei cellulari e, in particolare, su quattro telefonate tra le persone che erano nella zona del pub nella notte tra il 5 e il 6 settembre, quando è scoppiata la prima lite. È a quel punto che Bianchi entrano in scena, convocati sul posto, come esperti di arti marziali. Intanto i legali dei Bianchi e di Pincarelli hanno rinunciato a chiedere la scarcerazione al Riesame per i loro assistiti. 

LA FIACCOLATA

Ieri in piazza San Giovanni a Roma, la comunità capoverdiana e la rete Nibi (Neri italiani) si sono riunite con i familiari e gli amici per chiedere «Giustizia». Papà Armando e mamma Lucia, hanno voluto ringraziare tutti. «Willy ci sta dando la forza che lui cercava di dare in vita». E hanno detto: «Per quanto condanniamo e reputiamo profondamente sbagliati sentimenti come il razzismo, Willy è stato vittima di crudeltà e ferocia ingiustificata, che non aveva colore né razza. Niente strumentalizzazioni».
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