Venezia, morti il campione Buzzi e due compagni: motoscafo contro diga durante gara offshore

Tre morti e un ferito: è finita in tragedia la gara internazionale di un motoscafo offshore che cercava di battere il record sul percorso Montecarlo-Venezia. Proprio in...

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Tre morti e un ferito: è finita in tragedia la gara internazionale di un motoscafo offshore che cercava di battere il record sul percorso Montecarlo-Venezia. Proprio in vista dell'arrivo, con i cronometristi ad attenderlo, si è schiantato a tutta velocità contro la diga di San Nicoletto, in località Lunata. A bordo della barca c’era Fabio Buzzi, ingegnere e imprenditore di Lecco, pluricampone di motonautica: stava tentando di riprendersi il record che gli era stato strappato nel 2016. Aveva 76 anni. E' stato campione del mondo di motonautica e presidente della Commissione nazionale offshore e endurance: una leggenda. 


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Le altre due vittime sono i copiloti, entrambi inglesi, dei quali non è stato ancora comunicato il nome in attesa di avvertire i famigliari. Il ferito è il pilota italiano Mario Invernizzi, trasportato in ospedale.

La potente imbarcazione, lunga una ventina di metri e con motori che consentono di raggiungere velocità massime di 70 nodi (circa 130 km/h), era partita da Montecarlo domenica sera, verso le 11, e stava tentando di battere il record della traversata. Quando si è schiantata stava viagiando a 80 nodi. La barca all’impatto sugli scogli si è impennata e ha saltato la barriera, affondando dalla parte opposta.

Immediato è stato l’allarme: sono arrivati tre equipaggi dei vigili del fuoco e anche alcuni mezzi della Capitaneria di porto. La scena che si è presentata davanti agli occhi dei soccorritori è stata drammatica. Uno dei piloti è stato trovato ferito mentre altri due componenti dell’equipaggio erano già deceduti. Una volta raccolte le prime indicazioni i soccorritori hanno iniziato a cercare la quarta persona che mancava ancora all’appello. Un intervento non proprio semplice soprattutto per l’oscurità di quel tratto di mare. Solo attorno alle 22 i vigili del fuoco hanno comunicato che anche l’ultima persona che in un primo momento era solo dispersa, era purtroppo deceduta. A questo punto sono iniziati i controlli per cercare di capire altri elementi dello schianto. Non è da escludere che alla base di tutto ci sia la forte velocità collegata alla gara sportiva.

LA SFIDA
L’anno scorso, il 10 agosto 2018, un gommone di serie della classe Tuono Type 9 dei cantieri Avila, aveva battuto il record sempre sulla tratta offshore Montecarlo-Venezia per imbarcazioni fino a 30 piedi, abbassando di 3 ore e 36 secondi il precedente primato che apparteneva al Kerakoll del cantiere FB Design prprior di Fabio Buzzi, con 32h 46’ 15”. Buzzi ha realizzato il suo primo scafo da corsa nel 1974: uno scafo tre punti chiamato Mostro, con cui ha poi vinto nel 1978 il record mondiale della classe S.4 alla velocità di 176,676 km/h. Dal 1984 ha poi ottenuto numerori titoli mondiali in varie categoria, quasi con cadenza annuale.


Incredulità sulla banchina dove l’imbarcazione era attesa dai cronometristi. Appare al momento incomprensibile il motivo per il quale Buzzi, profondo conoscitore della zona, non si sia accorto di essere fuori rotta e a ridosso delle rocce che compongono la lunata che fa parte del “sistema Mose”.
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Il Messaggero