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ABBIATEGRASSO (Mi) - La compagna seduta al banco accanto a lui ha ancora negli occhi gli ultimi gesti prima di colpire: «Si è chinato, ha frugato nello zaino e ha tirato fuori le armi». Poi, rivolto a tutta la classe, si è quasi scusato: «Mi dispiace, ragazzi, mi dispiace». «Nessuno di noi al momento ha capito, è stato un attimo. Si è avvicinato alla prof di spalle e l’ha aggredita». Il bersaglio del suo odio era la docente di Lettere e Storia, Elisabetta Condò, 51 anni, ferita all’avambraccio e alla testa con un grosso coltello da caccia, stile Rambo. La pistola a pallini invece serviva per minacciare i compagni e farli uscire dall’aula. Un piccolo arsenale da assalto che il sedicenne si è procacciato, ha custodito insieme ai libri e ieri mattina ha impugnato con gesti lenti e precisi. Sfogando la sua rabbia contro l’insegnate che poco prima gli aveva detto: «Ti interrogo in storia per recuperare l’insufficienza».
Silenzioso
Classe seconda dell’Iis Alessandrini di Abbiategrasso, prima ora. «Giusto il tempo di prendere posto e iniziare il lavoro sui Promessi Sposi», racconta la compagna. «La professoressa ci ha suddiviso in gruppi e io ero con lui. Che è rimasto per tutto il tempo in silenzio, sulle sue, non collaborava. A un certo punto l’insegnante si è avvicinata e lo ha informato che lo avrebbe interrogato». Il ragazzo non fa una piega: «Cinque minuti e arrivo». Invece afferra coltello e pistola, come se avesse una missione da compiere, una vendetta da portare a termine: nelle ultime settimane aveva collezionato diverse note per le sue intemperanze durante le lezioni, alcune firmate proprio dalla professoressa Condò. Bocciato in prima, aveva recuperato sul fronte del rendimento scolastico tranne in storia, ma la valutazione sulla condotta era una lettera scarlatta che pesava sul rendimento finale, tant’è che i suoi genitori avrebbero dovuto presentarsi oggi per un colloquio con il preside. E il ragazzo è entrato in classe armato. «Ho sentito urlare tutti, mi sono girato e ho visto che brandiva un pugnale, cominciando a colpire la prof da dietro, alla spalla, al braccio. Senza urlare, senza dire niente. Non era agitato, sembrava non avere emozioni - racconta un compagno - Poi ho visto che alzava una pistola, mentre la prof veniva accompagnata fuori dalla stanza e sono scappato immediatamente insieme agli altri».
Scia di sangue
Elisabetta Condò si rifugia in bagno, arrivano le ambulanze e i carabinieri con addosso i giubbotti antiproiettile, seguono le macchie di sangue fino alla seconda A. «Siamo entrati nell’aula con molta prudenza, perché la segnalazione era per un ragazzo armato di pistola, ma una volta messo piede in classe lo abbiamo visto in fondo, seduto, solo, con la testa fra le mani e le armi appoggiate sul banco», riferisce un vice brigadiere. «Era tranquillo, lo abbiamo fatto alzare, gli abbiamo detto di inginocchiarsi e lo abbiamo ammanettato». Il ragazzo si è inferto ferite profonde agli avambracci e, accompagnato dal padre, è stato portato nel reparto di psichiatria dell’ospedale San Carlo di Milano: oggi la Procura dei Minori valuterà i provvedimenti nei suoi confronti. La professoressa Condò invece è all’ospedale di Legnano, sottoposta a un intervento di chirurgia al braccio destro non è in pericolo di vita, la sua prognosi però è ancora riservata. A farle visita il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: «Ho voluto esprimere la mia vicinanza a una docente che ha fatto in modo esemplare il suo dovere. Voglio che si colga l’occasione per riflettere sull’introduzione dello psicologo a scuola - afferma – È un momento particolarmente difficile. Il disagio dei ragazzi, anche a seguito del Covid, è molto aumentato».
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