Prima della Scala, Meloni: «La mia prima volta». E canta l'inno. Mattarella: «La grande cultura russa non si cancella». Tredici minuti di applausi per Boris Godunov

Avvio tra le polemiche per la prima della Scala a Milano. Dopo una giornata di proteste cominciate questa mattina con gli ambientalisti del gruppo "Ultima generazione"...

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Incasso da 2 milioni e mezzo di euro

La serata del 7 dicembre è stata vista in sala da 1919 spettatori, per un incasso totale di 2.497.019 euro. Lo ha reso noto l'ufficio stampa del teatro. Un incasso superiore a quello del Macbeth dello scorso anno, che fa tornare il teatro ai livelli delle stagioni precedenti la pandemia.

Meloni: opera avvincente e non era facile

«Un'opera avvincente e non era facile». Questo è il commento della premier Giorgia Meloni alla Scala di Milano al termine dell'opera Boris Godunov alla quale ha assistito con il compagno Andrea Giambruno. «Ogni tanto - ha scherzato la premier - cerchiamo di frequentarci...».

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni prima di lasciare il teatro alla Scala ha commentato l'opera Boris Godunov con i cronisti che le hanno chiesto quale personaggio le sia piaciuto di più: «Ne ho trovati diversi. Sono stati tutti molto bravi, anche i bambini e il bambino silenzioso», ha aggiunto. Alla domanda se tornerà anche il prossimo anno ha risposto «vedremo».

Tredici minuti di applausi per Boris Godunov

Tredici minuti di applausi per il Boris Godunov di Modest Petrovič Musorgskij, con la direzione del maestro Riccardo Chailly e con la regia di Kasper Holten, che ha inaugurato la stagione del Teatro alla Scala. Un successo che ha visto anche tutti gli occupanti del palco reale, a cominciare dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, in piedi ad applaudire.

Alla Scala una Prima politica che omaggia Mattarella: la serata

Nulla contro la cultura e il popolo russo, ma contro il suo regime: la prima della Scala con Boris Godunov, capolavoro del russissimo Modest Musorgskij, è stata una occasione per ribadire la posizione politica dell'Italia e dell'Europa dopo l'attacco all'Ucraina da parte di Vladimir Putin. E per confermare, se ce ne fosse bisogno, l'apprezzamento del Paese nei confronti del Capo dello Stato salutato quest'anno con una standing ovation ed oltre cinque minuti di applausi al suo ingresso nel palco centrale, in una replica di quanto accaduto lo scorso anno quando il pubblico gli chiese a gran voce un 'bis' al Quirinale. Ad applaudirlo anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che poi ha anche cantato le parole dell'inno. E già la presenza di entrambi è un fatto eccezionale, ma ancora di più se si considera che nel palco con loro c'era anche la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, e soprattutto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Ed è stata proprio lei ad usare le parole più dure al suo arrivo in un teatro: «Penso che i compositori russi come Musorgskij o Cajkovskij siano fantastici cosi come Tolstoij o Dostoevskij. Non dovremmo permettere che Putin distrugga questo fantastico Paese. Per questo non vedo l'ora di assistere a quest'opera». Opera che, per inciso, parla di uno zar che muore roso dal rimorso dei suoi delitti. «Un auspicio» ha commentato il presidente della Lombardia Attilio Fontana, che ha approfittato dell'occasione per annunciare un passo indietro nel taglio dei contributi al teatro, almeno per l'anno in corso. «Noi non ce l'abbiamo col popolo russo, con la storia russa, noi ce l'abbiamo con scelte di chi politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana. Ô una cosa diversa, secondo me è giusto mantenere le due dimensioni» le ha fatto eco Meloni, che dal palco ha applaudito Mattarella insieme agli oltre duemila spettatori in sala, rispondendo a una domanda sulle polemiche per la scelta di aprire la stagione con un'opera russa. Stessa opinione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, presente con quello del Made in Italy Adolfo Urso, delle Riforme Maria Elisabetta Casellati, dell'Università Anna Maria Bernini. Critiche contro cui si è espresso anche Mattarella nel suo colloquio oggi con la presidente della Commissione. «Sono posizioni che non condivido sia sul piano culturale sia su quello politico. La grande cultura russa è parte integrante della cultura europea. Ô un elemento che non si può cancellare. Mentre la responsabilità della guerra - ha sottolineato - va attribuita al governo di quel Paese non certo al popolo russo o alla sua cultura». Lontano l'eco dei pochi ucraini scesi oggi per protestare in piazza, dove c'erano anche centri sociali, Cub e Cobas. Cancellata ogni traccia dell'imbrattamento con vernice sulla facciata degli ambientalisti di Ultima Generazione, è rimasto solo l'invito di Morgan a Meloni di ascoltarli e qualche leggera coda di polemiche. Come quella per le parole del sottosegretario Vittorio Sgarbi nei confronti del sovrintendente Dominique Meyer bollato come «straniero». «Per la prima volta ho sentito questa parola dura, 'stranierò, mi ha ferito» ha commentato Meyer, che però ha tenuto più di tutto a parlare dello spettacolo che «resterà a lungo nella memoria». Di certo resterà il tributo a Mattarella. «Anche se un pò ce lo aspettavamo, rimaniamo sempre stupiti da questo grande calore verso il nostro presidente - ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala - Anche la presidente Ursula von der Leyen è rimasta colpita».

Le foto degli arrivi: da Meloni a von der Leyen

 

Mattarella: la grande cultura russa non si cancella

Durante il pranzo con la presidente von der Leyen si è parlato anche del programma della Scala. La von der Leyen si è detta molto emozionata perché è la prima volta che va. Mattarella, riferendosi alla polemica sull'opportunità di rappresentare in questo momento un'opera russa , ha detto: «Sono posizioni che non condivido sua sul piano culturale sia su quello politico. La grande cultura russa è parte integrante della cultura europea. È un elemento che non si può cancellare. Mentre la responsabilità della guerra va attribuita al governo di quel Paese non certo al popolo russo o alla sua cultura». Lo si apprende dopo il bilaterale

Sangiuliano: l'arte va distinta dalla politica

«Credo che l'arte vada sempre distinta dalla politica, altrimento non dovremmo leggere Dostoevskij»: il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano lo ha detto rispondendo a una domanda sulle polemiche per la scelta della Scala di aprire la stagione con un'opera russa, Boris Godunov. «Anche se l'Ucraina - ha aggiunto - ha le sue ragioni storiche e io le ho sempre affermate. Ho incontrato di recente il ministro della Cultura ucraina per riaffermare la nostra solidarietà e vicinanza».

«Questa - ha detto arrivando alla Scala - deve essere una occasione soprattutto di cultura. E cultura significa crescita morale e civile per le persone. Il nostro futuro si migliora se noi miglioriamo la nostra cultura». D'altronde Gudonov racconta di uno zar che cade ucciso dal rimorso delle sue azioni, Dunque un'opera contro la tirannia? «La tirannia - ha risposto - è sempre qualcosa che dobbiamo avversare».

Ovazione del pubblico per Mattarella

Il pubblico della Prima della Scala, anche quest'anno, tutto in piedi, ha tributato un'ovazione al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, al suo ingresso nel palco d'onore con accanto la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen. L'applauso si è prolungato per alcuni minuti.

Von der Leyen: non lasciamo che Putin distrugga la Russia

«Non dovremmo lasciare che Putin distrugga questo fantastico Paese (la Russia ndr) e perciò non vedo l'ora di vedere quest'opera». Così la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen arrivando alla Prima della Scala.

Meloni: spero l'abito sia all'altezza delle aspettative

L'abito scelto, un Armani blu, «spero che sia all'altezza delle aspettative». Così ha detto la premier Giorgia Meloni arrivando alla Scala per la Prima di Boris Godunov che inaugura la stagione lirica.

Mattarella arrivato insieme alla figlia Laura

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato al Teatro alla Scala di Milano dove si inaugura la Prima della stagione lirica con l'opera russa Boris Godunov. Lo scorso anno il pubblico della Scala gli aveva tributato una ovazione con numerose richieste di 'bis' provenienti dalla platea del teatro. Il presidente è stato accolto dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala e dal governatore lombardo Attilio Fontana. Insieme a lui la figlia Laura.

Meloni: polemiche Ucraina? Cultura è altra cosa

«Conosce la mia posizione in tema di conflitto in Ucraina, ma penso che la cultura sia un'altra cosa e penso che non bisogna fare l'errore di mescolare dimensioni che sono diverse»: così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto a una domanda sulle polemiche per la scelta di un titolo russo per inaugurare la stagione a Scala. «Noi non ce l'abbiamo col popolo russo, con la storia russa, noi ce l'abbiamo con scelte di chi - ha aggiunto - politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana. È una cosa diversa, secondo me è giusto mantenere le due dimensioni».

Meloni: sono curiosa, è la mia prima volta

«Sono incuriosita. È la mia prima volta, sicuramente una prima bella esperienza nuova». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni arrivando al Teatro alla Scala dove va in scena la Prima.

La Scala: primi arrivi

Tra i primi arrivi alla Sala Liliana Segre e il presidente della Regione Lombardia Fontana. 

Meyer contro Sgarbi: io straniero? Parole che mi fanno pena

Il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi dice che alla Scala di Milano ci vorrebbe un sovrintendente italiano. «Io non faccio commenti su questo, io sono in Italia da 30 anni e la prima volta che sono venuto alla Scala era il 1980 - ha commentato il sovrintendente Dominique Meyer a margine della Prima -. Non mi sono mai sentito uno straniero. E mi sento a casa laddove si fa cultura». «Per la prima volta ho sentito questa parola dura, 'stranierò, mi ha fatto pena. Io sono stato accolto qui sempre molto bene da 35 anni - ha aggiunto -. Sono presidente di varie giurie e sono sempre stato accolto a braccia aperte. Mi fa pena essere considerato adesso come un cattivo straniero che non sa fare il suo lavoro. Sono 32 stagioni che dirigo l'Opera di Parigi, l'Opera di Vienna e adesso la Scala. Ho rispetto per questa persona che non conosco ma che credo non conosca il mio lavoro»

Meyer: chi imbratta non capisce sforzi cultura per verde

Trovo una tragedia che questi non capiscano che la gente di cultura è a favore di decisioni verdi»: così il sovrintendente della Scala Dominique Meyer ha commentato l'imbrattamento della facciata con vernice stamattina da parte degli ambientalisti di Ultima Generazione. «Dovrebbero interessarsi ai contenuti» come al piano verde della Scala, ha aggiunto.

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