Migranti, sequestrata l'Aquarius. I pm: «Traffico illecito di rifiuti»

Gli abiti dei migranti soccorsi in mezzo al Mediterraneo, i resti del cibo e quelli dei kit sanitari utilizzati per le prime cure a bordo delle navi umanitarie smaltiti non come...

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Gli abiti dei migranti soccorsi in mezzo al Mediterraneo, i resti del cibo e quelli dei kit sanitari utilizzati per le prime cure a bordo delle navi umanitarie smaltiti non come materiali pericolosi e infettivi ma come normali rifiuti solidi urbani, risparmiando così quasi 500mila euro. La procura di Catania mette sotto inchiesta Medici Senza Frontiere, l'Ong nata nel 1971 dopo la guerra in Biafra e che oggi ha progetti umanitari in 70 paesi con 30mila operatori, sequestrando l'Aquarius - la nave simbolo dell'odissea dei migranti ora ferma a Marsiglia - e iscrivendo nel registro degli indagati 14 soggetti, tra cui diversi membri della Ong.


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«È un attacco inquietante e strumentale», reagisce Msf. Dopo aver ipotizzato che a finanziare alcune Organizzazioni umanitarie fossero i trafficanti di esseri umani e aver sequestrato la nave di Proactiva con l'accusa, poi caduta, di associazione a delinquere, la procura di Carmelo Zuccaro torna dunque ad accendere un faro sulle organizzazioni impegnate nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. E ad offrire una sponda a Matteo Salvini. «Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong - dice il ministro dell'Interno -, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma anche quello di rifiuti».


E l'accusa stavolta è infatti di attività organizzate per il traffico illecito di rifiutì, realizzata da due agenti marittimi con il «coinvolgimento diretto» della Ong: secondo i magistrati, in poco meno di un anno e mezzo - da gennaio 2017 a maggio 2018 - circa 24mila chili di materiale pericoloso e infettivo sono stati «sistematicamente» smaltiti in maniera illegale in 11 porti di Sicilia, Calabria, Campania e Puglia dalla Vos Prudence prima e dalla Aquarius dopo; scali dove le navi di Msf si sono fermate per sbarcare i migranti e fare rifornimento. Un'attività che avrebbe consentito alla Ong di risparmiare sui costi di smaltimento circa 460mila euro. «Non sono mai stati dichiarati rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo o medicinali - scrive il Gip nel decreto di sequestro - a fronte di enormi quantitativi di rifiuti conferiti e di numerosissimi casi di malattie infettive dei migranti». Accuse che Msf respinge al mittente. «Abbiamo seguito le procedure standard - dicono dall'organizzazione umanitaria - Questo è l'estremo tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di soccorso in mare». E il perché, secondo la Ong, sia in realtà proprio questo il motivo dell'indagine, lo spiega il direttore generale di Msf Italia Gabriele Eminente. «Il momento dello sbarco dei migranti è tra i più controllati: salgono a bordo delle nostre navi forze di polizia e autorità sanitarie. È assurdo che avremmo messo in piedi un traffico illegale di rifiuti sotto gli occhi delle autorità presenti nei 200 sbarchi gestiti da noi». Accanto a Msf si schiera il Pd: «qualcuno alla procura di Catania - dice il presidente Matteo Orfini - sembra aver deciso che le Ong sono un pericolo per la sicurezza del paese. E quindi le si accusa di qualunque cosa». Critiche al procuratore Zuccaro anche dalla leader della Cgil Susanna Camusso. «Mi pare si stia continuando una campagna pretestuosa nei confronti delle organizzazioni umanitarie». Tra gli indagati, oltre al comandante e al primo ufficiale dell'Aquarius, ci sono diversi membri dell'organizzazione che hanno partecipato a missioni sulle due navi e due centri operativi di Msf, quello di Amsterdam e quello di Bruxelles (che gestivano le missioni), che hanno personalità giuridica e autonomia organizzativa e quindi rispondono in base al decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. A far scattare il sequestro della nave è stato invece il «fondato pericolo» che si possa «aggravare o protrarre la conseguenza del reato» perché «è di tutta evidenza che la commissione del delitto è strettamente correlata all'attività di salvataggio in mare». Dunque, niente migranti salvati e niente reato.

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Il Messaggero