«Sui marò ha ragione l'Italia». Così ha stabilito il Tribunale arbitrale internazionale. I giudici hanno riconosciuto...
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«Sono stato quasi incredulo. Aspettavamo da tempo il verdetto. Il primo pensiero è stato di esclamare un 'finalmentè liberatorio, ma poi volevo conoscere il verdetto nel merito», ha detto all'ANSA il fuciliere di Marina Salvatore Girone dopo il verdetto del Tribunale. «Posso adesso riottenere la mia libertà personale - aggiunge -, purtroppo fino ad oggi vincolata dalle procedure lunghissime determinate dalla giurisdizione indiana». «Adesso so di essere un uomo libero. Mia figlia mi chiedeva sempre di andare a Disneyland, e non potevo mai accontentarla. Adesso potrò farlo», ha aggiunto. «L'immunità riconosciuta mostra che avevamo dunque l'immunità funzionale dal primo giorno di questa querelle. L'India ha fatto quello che non doveva fare, limitando le nostre libertà e tenendoci anche in prigione.
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Secondo il Tribunale «l'Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l'India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all'imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell'equipaggio del peschereccio indiano Saint Anthony», a bordo del quale morirono i due pescatori del Kerala. «Al riguardo, il Tribunale ha invitato le due Parti a raggiungere un accordo attraverso contatti diretti».
Sul caso dei due marò, «l'Italia dovrà esercitare la propria giurisdizione e riavviare il procedimento penale sui fatti occorsi il 15 febbraio 2012, a suo tempo aperto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma», riferisce la Farnesina rendendo note le disposizioni del Tribunale arbitrale internazionale.