Erano inseparabili da quando erano ragazzini (tenerissimi, dicono gli amici). Ora non più: Riccardo Laugeni è morto con Giovanni e con Eleonora e Leonardo,...
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Ma dall'altra parte della strada alcuni giovani stranieri di passaggio hanno visto la scena, si sono fermati, sono scesi per le sponde del canale e l'hanno tirata a riva. Giorgia ha trovato dentro di sé una manciata di lucidità e ha fatto in tempo a fornire un dettaglio importante alle forze dell'ordine: «Ci hanno urtato, siamo volati via». Poi è stata portata all'ospedale di San Donà di Piave. Non è ferita gravemente ma è pesantemente sotto choc. Le è già stato assegnato un supporto psicologico; l'aiuterà a sciogliere il gorgo d'angoscia e il groviglio di interrogativi.
Al Pronto soccorso ha continuato a chiedere di Riccardo e di Eleonora, la sua amica del cuore, e poi degli altri: hanno cercato di tenerla calma. È seguita dai medici e assistita dai genitori, Paolo Diral e Roberta Boso, e dal fratello minore. In ospedale a San Donà fin dal mattino si sono accalcati parenti, coetanei, conoscenti. Papà e mamma praticamente non l'hanno mai lasciata e hanno dato ordine che non sia avvicinata da nessuno, se non dai parenti stretti e dagli inquirenti che si occupano del caso. In reparto arrivano persone di corsa, le facce tirate. Escono poco dopo, bianchi in volto, mormorando: «Come reagirà quando avrà capito cosa è successo?».
Giorgia Diral, 22 anni, diplomata ragioniera, è impiegata in una ditta della zona industriale di Noventa, non distante dal noto outlet. Abita a Musile di Piave con i genitori e il fratello Christian. I genitori da una quindicina d'anni gestiscono il Burcio, ristorante molto conosciuto in centro a Noventa. Ieri il locale avrebbe dovuto essere aperto, ma la normalità è stata spazzata via: sulla porta un cartello con scritto Chiuso per lutto.
In paese all'ora dell'aperitivo non si parla d'altro. «Una ragazza meravigliosa - racconta un 68enne amico di famiglia - allegra, espansiva, facile alla battuta e allo scherzo; e allo stesso tempo legatissima ai suoi e pronta ad aiutare. Il tempo di riposare un po' dal lavoro e nei fine settimana è quasi sempre qui a dare una mano. Mi dispiace tanto anche per gli altri giovani. Una tragedia immane, non ne ricordo di eguali».
B. C. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero