Tre esplosioni nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto. Non si registrano feriti, ma le deflagrazioni hanno provocato diversi squarci alle tubazioni della condotta...
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Per la fermata dell'Acciaieria 1 l'azienda ha già annunciato una riduzione di personale da 477 a 227 unità, che determinerà la collocazione di 250 lavoratori in Cassa integrazione ordinaria (Cigo). I coordinatori di fabbrica Fiom e Uilm, Francesco Brigati e Gennaro Oliva, precisano in una nota che «le deflagrazioni si sono verificate nei pressi del pulpito stiring, laddove c'è transito di personale per le normali attività di affinazione. L'Acciaieria 2, a conferma di quanto sostenuto da Fiom e Uilm nei giorni scorsi e verificato nel corso del sopralluogo effettuato ieri, non può sostenere l'aumento produttivo a 3 convertitori e gli ultimi episodi lo testimoniano».
La previsione di fermata dell'Acciaieria 1 è di circa 2 mesi, fino al 31 marzo 2020. Fiom e Uilm chiedono ad ArcelorMittal di «tornare sui suoi passi e sospendere immediatamente la scelta unilaterale di fermare l'Acciaieria 1 in quanto, i continui rinvii e ritardi su manutenzione ordinaria e straordinaria determinano, in caso di aumento produttivo, situazioni di pericolosità sia dal punto di vista della sicurezza che dell'ambiente». Nei giorni scorsi la multinazionale franco-indiana ha riferito alle organizzazioni sindacali che i nuovi assetti produttivi sono dovuti a «uno scarso approvvigionamento di materie prime e all'attuale capacità produttiva legata alle commesse». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero