Infrastrutture, De Micheli: «Alta velocità e strade al Sud priorità nel piano nazionale»

Ministra Paola De Micheli, partiamo dalle sfide settembre. Quali misure pensate di prendere per sfruttare al meglio le risorse del Recovery Fund? A quando una programmazione...

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Ministra Paola De Micheli, partiamo dalle sfide settembre. Quali misure pensate di prendere per sfruttare al meglio le risorse del Recovery Fund? A quando una programmazione puntuale e dettagliata?

«Faccio una premessa. Il 5 settembre il governo compirà un anno. Un anno complesso nel quale abbiamo affrontato l’emergenza Covid e relative conseguenze economiche. Tutti hanno riconosciuto che l’abbiamo affrontata per primi con coraggio e determinazione e con risultati importanti. Abbiamo evitato il tracollo dell’economia, messo in campo interventi per salvaguardare l’occupazione e difendere le aziende. Ora stiamo affrontando la fase due: una nuova normalità con le mascherine, il distanziamento sociale, le precauzioni che servono visto che, come dimostrano i dati di ieri, il virus circola ancora. Sicché la nuova fase sarà caratterizzata dalla presentazione del piano nazionale per la ripresa e la resilienza che in queste ore stiamo preparando a beneficio dell’Europa proprio in funzione del Recovery Fund. Un piano articolato, puntuale, dettagliato che ci impone di programmare».

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Ecco, programmare cosa?
«Stiamo disegnando l’Italia del futuro, il Paese tra 10 anni, mettendo insieme le risorse Ue e quelle nazionali. Per avere un Paese sostenibile, che punta a fare crescere gli investimenti, il Sud, la dotazione delle infrastrutture. Un Paese nel quale l’80% dei cittadini deve stare a meno di un’ora da una grande infrastruttura di mobilità, nel quale la sicurezza e la manutenzione delle reti stradali e ferroviarie deve essere prioritaria e il gap sul fronte delle opere, piccole e grandi, tra Nord e Sud deve essere colmato».

Queste sono le premesse, la filosofia. Possiamo scendere nel concreto? Tempi e cifre, insomma.
«In questo primo anno di governo abbiamo già sbloccato 15 miliardi di opere e contributi agli enti locali, cambiato passo, dimostrato con la costruzione del Ponte di Genova e di tante altre opere che anche in Italia si possono fare. Poi abbiamo varato il bonus del 110% che darà impulso e forza al settore dell’edilizia privata. A settembre, presenterò un cronoprogramma da qui al 2026 con tutte le opere da realizzare, Regione per Regione, dall’alta velocità alle strade, dai porti agli aeroporti, che porteremo all’attenzione dell’Europa».

Sembra che l’obiettivo sia avere altre risorse.
«Sì. Ma oltre alle risorse, l’obiettivo è anche tagliare i tempi e far crescere Pil e occupazione. Abbiamo un programma di opere da 200 miliardi che è Italia Veloce, coperto da risorse nazionali per 130 miliardi nei prossimi 15 anni. Grazie al piano che presenteremo a Bruxelles, alle risorse europee e al decreto semplificazioni potremo mettere a terra queste opere in 10 anni. Ed è questa la novità più importante, con il Mezzogiorno che ovviamente avrà, come le altre aeree svantaggiate, la priorità».

Quali sono le 10 opere prioritarie?
«Sono quelle di Italia Veloce. Ferroviarie come l’alta velocità Napoli-Bari e Milano-Venezia, l’alta velocità Palermo-Messina-Catania, Taranto Battipaglia, Verona Brennero. E poi la 106 Jonica, la Salaria, la Roma-Latina. Opere portuali come la darsena Europa, il ribaltamento a mare di Genova e tutte le opere collegate alle Olimpiadi invernali Milano Cortina, Ma L’elenco è molto più lungo. Sono tutte opere le cui gare o sono già partite o partiranno entro l’anno. Vogliamo tagliare i tempi ma in accordo con gli enti territoriali. Senza rinunciare al piano nazionale della sicurezza delle infrastrutture, che resta una priorità, e alla semplificazione delle procedure in sintonia con le migliori pratiche del mercato».

Nel piano che presenterete ci sarà anche l’ipotesi Tunnel o Ponte sullo Stretto?
«Il ministero sta valutando le varie opzioni e decideremo dopo che avremo analizzato i risultati dei nostri studi di fattibilità: non ci sono pregiudizi».

Che cosa pensa del fatto che i cinquestelle da sempre No-Tav, No-Tap, eccetera abbiano cambiato idea sul Ponte, anzi sul Tunnel?
«Insieme si può trovare il giusto equilibrio tra infrastrutture che modernizzano il paese e rispetto dell’armbiente e del territorio. Stiamo cercando di condividere il più possibile progetti anche per dimostrare la sostenibilità ambientale e sociale del nostro piano».

Torniamo al cronoprogramma. Lavorerete anche ad agosto?

«Lo stiamo definendo in questi giorni poi ci sarà un passaggio di condivisione nel governo. Non ci saranno ritardi. I pilastri del Piano nazionale per la ripresa, per la parte delegata al Mit, saranno l’intermodalità, il Mezzogiorno, la sicurezza e la mobilità sostenibile». Leggi l'articolo completo su
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