Cospito, quelle relazioni pericolose con i mafiosi a Sassari: «Smontare il carcere duro»

Nell’ora d’aria l'anarchico ha avuto diversi contatti con i clan Casalesi e ‘ndranghetisti

Cospito, quelle relazioni pericolose con i mafiosi a Sassari: «Smontare il carcere duro»
 La battaglia dell’anarchico Alfredo Cospito contro il 41bis, in sciopero della fame da oltre 104 giorni, sarebbe stata strumentalizzata dai boss mafiosi. È...

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 La battaglia dell’anarchico Alfredo Cospito contro il 41bis, in sciopero della fame da oltre 104 giorni, sarebbe stata strumentalizzata dai boss mafiosi. È quanto emerge dalle rivelazioni fatte ieri dal deputato di Fratelli D’Italia Giovanni Donzelli, vice presidente del Copasir, nel corso di un dibattito alla Camera.

 

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Donzelli ha riferito di alcune scottanti conversazioni che l’anarchico avrebbe avuto con un esponente della ‘ndrangheta e uno del clan dei Casalesi all’interno del carcere di massima sicurezza di Sassari, dove Cospito era recluso fino a quando, lunedì scorso, è stato trasferito nel penitenziario di Opera, in provincia di Milano. 
Ufficialmente il trasferimento è dovuto a ragioni mediche, dato che negli ultimi giorni le sue condizioni di salute sono peggiorate notevolmente. Ma non è escluso, a questo punto, che ci siano anche motivazioni di sicurezza legate proprio a questi suoi presunti contatti con i boss mafiosi. Contatti avvenuti molto probabilmente durante l’ora d’aria. 

 


I CONTATTI NEL CORTILE
I detenuti al 41 bis nel carcere di Bancali, infatti, sono reclusi in celle singole, aggregate a gruppi di quattro. Ogni gruppo - che cambia a rotazione - condivide un piccolo cortiletto di pochi metri quadrati, per un’ora al giorno. È in questa occasione che Cospito potrebbe avere avuto le conversazioni di cui il vice presidente del Copasir ha citato i virgolettati. In particolare, l’esponente della ‘ndrangheta Francesco Presta, «killer di rara freddezza», lo esortava - racconta Donzelli - “Devi mantenere l’andamento, vai avanti”. E Cospito rispondeva: “Fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma”. Quindi il boss rispondeva: “Sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l’ergastolo ostativo”.


Più o meno dello stesso tenore il colloquio che avrebbe avuto il 12 gennaio scorso con Francesco Di Maio, affiliato al gruppo Bidognetti del clan dei Casalesi. «Cospito è un terrorista e lo rivendicava con orgoglio dal carcere - ha spiegato ieri Donzelli in Aula - È uno strumento della mafia, non solo perché lo dice Cospito - Dai documenti che si trovano al Ministero della Giustizia, Francesco Di Maio del clan dei casalesi diceva, incontrando Cospito: “Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato”, che sarebbe l’abolizione del 41 bis. Cospito rispondeva: “Dev’essere una lotta contro il 41 bis, per me siamo tutti uguali”».


GLI ALTRI DETENUTI
Cospito potrebbe aver condiviso l’ora d’aria anche con Pietro Rampulla, l’artificiere della strage di Capaci. Già iscritto al movimento neofascista Ordine nuovo, è l’uomo di Cosa nostra che ha confezionato l’ordigno che uccise Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti della scorta. Nel gruppo dei quattro che potrebbero aver trascorso le ore di socialità con Cospito c’è anche Pino Cammarata, reggente del famigerato clan omonimo di Riesi, in provincia di Caltanissetta. Sempre a Sassari, al 41bis, si trova anche un capo dei capi della mafia stragista, Leoluca Bagarella. Ma non dovrebbe avere avuto contatti con l’anarchico.


«È giusto ricordare che i mafiosi non temono il carcere - ha precisato l’onorevole Donzelli - perché dal carcere continuano a gestire i propri affari. I mafiosi hanno il terrore del 41 bis, perché è quello strumento che impedisce al mafioso di controllare il territorio e gli fa avere la certezza che lo Stato ha vinto. Sono decenni che la mafia prova in tutti i modi a cercare strade per fare cambiare idea allo Stato e lo Stato finora non ha cambiato idea». «C’è una nuova strada e un nuovo personaggio: un influencer che sta utilizzando questo strumento ed è il terrorista Cospito. Sta utilizzando la mafia per far cedere lo Stato sul 41 bis», ha concluso il parlamentare. Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha ricordato che l’applicazione del 41bis nei confronti di Cospito è stata valutata dopo un’indagine effettuata con il trojan e decisa poiché «noi contestavamo specificatamente l’ipotesi di istigazione a delinquere fatta mentre era in carcere».

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Il Messaggero