Coronavirus, il virologo Pregliasco: «Sud Italia nuova frontiera dell'epidemia, si prepari al peggio»

«La nuova frontiera dell'epidemia di Coronavirus è il Sud Italia, attrezzarsi subito». È l'allarme lanciato dal virologo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«La nuova frontiera dell'epidemia di Coronavirus è il Sud Italia, attrezzarsi subito». È l'allarme lanciato dal virologo dell'Università di Milano Fabrizio Pregliasco che sottolinea come le Regioni meridionali possano far tesoro dell'esperienza del Nord. «Per ora - spiega - ci sono focolai più ristretti ma bisogna prepararsi per tempo al peggio ed al rischio di un'ondata».


LEGGI ANCHE I fallimenti/ Caso tamponi: la storia di un errore annunciato - di L.Ricolfi


Al momento dunque, spiega Pregliasco, «i focolai al Sud appaiono più ristretti e la speranza è di riuscire a migliorare il controllo per impedire che tali focolai possano espandersi ulteriormente». Insomma, afferma, «bisogna organizzarsi per tempo per riuscire a gestire, se si dovesse verificare, lo scenario peggiore, ma continuano ad esserci dalle Regioni meridionali segnalazioni della necessità di implementare le dotazioni di dispositivi di protezioni individuale spesso insufficiente». Cruciale, secondo Pregliasco, è quindi «attrezzarsi per tempo, perchè anche al Nord lì l'epidemia è partita in modo subdolo e rallentato per poi avere uno sviluppo verticale repentino. Il rischio - conclude - è che possa succedere anche al Sud»

Le attuali misure di rigore ed isolamento «saranno necessarie ancora per settimane, ma quando si avrà la riapertura del Paese sarebbe opportuno effettuarla gradualmente per quanto riguarda le aziende, sulla base dell'utilità sociale delle produzioni», spiega poi Pregliasco. «Opportuno sarebbe anche prevedere una tempistica differenziata per il ritorno alla vita sociale e l'uscita da casa, con le fasce anziane e fragili che andrebbero protette in modo particolare».


«Dalla Lombardia arrivano i primi segnali positivi, ma occorrono almeno altri 15 giorni di blocco. Poi, verso metà aprile, si potrà pensare a una riapertura progressiva e mirata, tutelando soprattutto gli anziani e i fragili».

Coronavirus, allarme dell'ordine degli infermieri: «Oltre 4.000 contagiati»


Secondo il virologo anche dopo metà aprile «gli anziani dovranno stare ancora a casa, e i pronto soccorso dovranno essere dotati, oltre ai cerotti, di stock di mascherine, in attesa di una seconda ondata». Ma dunque ci sarà una seconda ondata di Covid-19? «Non si può escludere: con queste misure di mitigazione abbiamo tolto la punta alla curva, ma il virus non sparirà all'improvviso. Dobbiamo sottolineare che l'incremento percentuale in Lombardia sembra essersi stabilizzato - rileva Pregliasco - Certo la situazione di Milano un pò preoccupa, e per questo è importante non mollare. Mentre a Roma, dove considerate le dimensioni la situazione è delicata, il blocco sembra stia funzionando». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero