Lazio, test a chi torna dalle vacanze. Zingaretti: «Facciamoli in tutta Italia»

Tampone o quarantena per chi torna dalle vacanze nei Paesi più a rischio coronavirus. In vista dell’onda lunga del rientro dopo Ferragosto, alla luce delle centinaia...

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Tampone o quarantena per chi torna dalle vacanze nei Paesi più a rischio coronavirus. In vista dell’onda lunga del rientro dopo Ferragosto, alla luce delle centinaia di casi di giovani (e non) rientrati positivi, si sta studiando un piano di difesa.

«Nel Lazio test obbligatorio a tutti coloro che tornano da un Paese a rischio. Ma facciamolo in tutta Italia. Si deve tornare a vivere, ma non distraiamoci e non abbassiamo la guardia». Il messaggio, scritto su Facebook dal governatore Nicola Zingaretti, ha una valenza che va oltre i confini laziali: sta parlando anche il segretario del Pd, partito di maggioranza, nel giorno dell’incremento di nuovi casi positivi di ragazzi al ritorno da vacanze, fatte anche di eccessi e movida, in altri paesi europei, soprattutto in Croazia e Grecia. La linea è anche quella dell’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato, che si è speso in più occasioni perché ci sia un filtraggio per chi entra o rientra in Italia. 

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IL PRECEDENTE
Era già successo con gli immigrati del Bangladesh che tornavano da un paese ad alta circolazione del virus e spesso erano positivi. In due occasioni sono stati eseguiti i tamponi all’aeroporto di Fiumicino. È capitato con romeni, bulgari e ucraini: rientrano da nazioni in cui il contagio sta correndo, molti di loro a Roma lavorano come badanti dunque a contatto con persone fragili, per questo prima alle stazioni, dove arrivano i bus a lunga percorrenza, poi con controlli a sorpresa ai caselli autostradali, sono stati eseguiti test. Bene, la formula che il Lazio sta pianificando di utilizzare per i vacanzieri è simile a quella sperimentata con i bus dall’Est Europa. Prima si fa il test sierologico, che consente di avere un responso molto veloce, ma si realizza anche un controllo incrociato con un nuovo tampone rapido, già testato dallo Spallanzani, che garantisce l’esito in venti minuti. Ora si tratterà di decidere se allestire la macchina organizzativa negli aeroporti, dove tornano i ragazzi (e i non ragazzi ovviamente) che sono stati in vacanza in Europa. Ci sono dei nodi da sciogliere: quali paesi consideriamo a rischio? Se ci si affidasse all’andamento dei contagi, sorvegliate speciali sarebbero Spagna e Francia, ma in realtà, a parte il caso del trentacinquenne tornato da Ibiza, da queste nazioni nel Lazio, ma anche nel resto d’Italia, le persone rientrate con il virus sono state poche. Più frequenti i casi da Croazia e Grecia, nazioni che però non sempre si raggiungono in aereo.

LE CONTROMISURE
E il Governo? Sta vigilando da giorni, ma la contromisura da mettere in campo, secondo il Ministero della Salute, dovrebbe essere non quella dei test, ma della quarantena. Attenzione, è una ipotesi di lavoro, non c’è una decisione. Su questo c’è molta prudenza, perché comunque Francia, Spagna, Grecia, la stessa Malta da cui ieri sono arrivati otto positivi a Roma, sono paesi Schengen, mentre la Croazia è nell’Unione europea. Imporre la quarantena a chi torna da uno di questi paesi, come ad esempio ha fatto il Regno Unito con la Spagna, sarebbe una decisione che non si può prendere a cuor leggero. 

LA LINEA
Per questo la linea del ministro della Salute, Roberto Speranza, che è in continuo contatto con i suoi omologhi dei Paesi vicini, è quella di vigilare costantemente sulla curva dei contagi. Non si può dimenticare che un provvedimento di questo tipo, ad esempio con la Spagna, con il cui governo c’è affinità e collaborazione, avrebbe contraccolpi diplomatici. Non solo: decidere dall’oggi al domani l’obbligo di quarantena causerebbe problemi a migliaia di italiani che si trovano in giro per l’Europa e quando torneranno dovranno lavorare, ma anche danni economici, ad esempio, alle agenzie di viaggio e alle compagnie aeree. Per questo, ad oggi quella della quarantena è solo una ipotesi. Secondo D’Amato, poi, il sistema degli isolamenti domiciliari non funziona, manca una struttura che possa vigilare su migliaia di persone a cui venisse chiesto di non uscire di casa.

I NUMERI

In Spagna, dove per la verità in questi giorni l’attenzione è concentrata sulla decisione del re emerito Juan Carlos I di lasciare il Paese, l’ultimo dato di nuovi positivi in un giorno era di 1.895. Il quotidiano La Vanguardia ieri notava che la maggior parte dei paesi Schengen sconsiglia il viaggio in Spagna (la Germania, ad esempio, prevede la quarantena o il risultato di un test negativo per chi torna da Aragóna, Catalogna e Navarra, simile la posizione del Belgio e dell’Austria). L’Italia, ad oggi, tra i paesi dell’Unione europea, impone la quarantena solo per chi rientra da Romania (ieri oltre 1.100 nuovi casi) e Bulgaria. La Croazia ieri ha registrato 61 nuovi positivi, ma va sempre ricordato che si parla di una nazione che ha meno abitanti del solo Lazio.
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Il Messaggero