Cassino, il papà del piccolo Gabriel incastrato dalle intercettazioni in caserma

Cassino, il papà del piccolo Gabriel incastrato dalle intercettazioni in caserma. Prima ha ammesso di essere arrivato subito dopo la morte del figlio,...

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Cassino, il papà del piccolo Gabriel incastrato dalle intercettazioni in caserma. Prima ha ammesso di essere arrivato subito dopo la morte del figlio, strangolato dalla madre la 28enne Donatella Di Bona, poi ha ritrattato. Ad incastrarlo, però, ci sono le dichiarazioni della stessa ragazza e alcune intercettazioni ambientali. Nicola Feroleto 48enne, papà del piccolo Gabriel ha ribadito la sua versione. «Non c’ero. Con questa storia non c’entro nulla». L’uomo, anche ieri, nell’interrogatorio davanti al Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera, ha continuato a dirsi innocente rispetto all’accusa di concorso in omicidio che, nella notte tra venerdì e sabato, lo ha condotto in carcere. Il confronto è durato un’ora e mezza, nel carcere di Cassino, alla presenza del suo legale, l’avvocato Luigi D’Anna, e del pubblico ministero, Valentina Maisto. Rispondendo alle domande del Gip, Feroleto inizialmente aveva ammesso una parziale responsabilità sostenendo di essere arrivato subito la morte del piccolo, Poi però ha cambiato di nuovo versione: «Donatella l’ho vita la mattina del 17 aprile, alle 13.30 sono rientrato da Volla (località alla periferia di Piedimonte San Germano teatro dell’omicidio, ndr) a Villa Santa Lucia».


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GLI ORARI CHE NON TORNANO
La ricostruzione dei fatti continua ad essere confusa. Resta un’ora, tra le 14.30 e 15.30 di mercoledì 17 aprile, per quale l’uomo non riesce a fornire un alibi. Ed è proprio in un quel lasso di tempo che, secondo gli investigatori, sarebbe avvenuto il delitto. Nicola Feroleto, per tutti Nico, ex camionista, era presente mentre Donatella strangolava il piccolo e non avrebbe senza fare nulla per salvarlo. Anzi, l’uomo avrebbe tentato di costruirsi un alibi per giustificare l’ora di buco, tra le 14.30 e le 15.30. Alibi che è crollato. L’uomo è salito a Villa Santa Lucia, dove vive con la compagna e un altro figlio minore, ma dopo le 15.30. Alle 16.30 l’uomo ha accompagnato il figlio in farmacia: le immagini delle telecamere dell’attività commerciale lo riprendono mentre resta fuori dall’esercizio, poi improvvisa- mente va via. Poco dopo le 16.45, una parente della compagna, che abita nello stesso vicolo, lo vede andare via in auto. Poco dopo le 17 arriva in località Volla quando già il bambino è stato dichiarato morto e i carabinieri hanno avviato le indagini perché non credo alla donna che in un primo momento aveva raccontato che lei e il bimbo erano stati investiti da un’auto. Prima di arrivare a destinazione, l’uomo chiama Donatella, che non risponde. Secondo gli investigatori anche questo sarebbe un tentativo per coprire la verità.

DONATELLA: «C’ERA ANCHE LUI»
Tra gli indizi che hanno fatto vacillare il racconto dell’uomo ci so- no le intercettazioni ambientali che i carabinieri del colonnello Fabio Cagnazzo e del capitano Ivan Mastromanno, hanno captato venerdì nel tardo pomeriggio nella sala d’attesa della caserma dei carabinieri di Cassino. A par- lare sono Nicola Feroleto e la compagna con cui vive a Santa Lucia. I due sono soli e a un certo punto l’uomo chiede alla donna di confermare la sua presenza a casa, a Villa Santa Lucia, il primo pomeriggio di mercoledì: tra le 14 alle 16.30. A confermare la presenza di Feroleto sulla scena del delitto è stata anche Donatella nel corso dell’interrogatorio di venerdì po- meriggio davanti al Gip Scalera, al procuratore Luciano d’Emmanuele e al sostituto Valentina Maisto. La ragazza, nella prima confessione, si era addossata tutte le colpe sostenendo che fosse sola quando ha ucciso il figlio, poi però ha chiamato in causa an- che il padre di Gabriel. Ieri il Gip Scalera non ha convalidato il fermo per una questione tecnica, ma ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, come chiesto dalla Procura.

DOMANI I FUNERALI

Le indagini non sono concluse. L’autopsia, eseguita dal medico legale, il dottor Stefano Mancionchi, ha confermato la morte per asfissia. La relazione dettagliata verrà consegnata nelle prossime settimane. E domani sarà il giorno dell’addio. I funerali si svolgeranno alle 15 nella chiesa Santa Maria Assunta a Piedi- monte San Germano. Il sindaco Gioacchino Ferdinandi ha proclamato il lutto cittadino. Leggi l'articolo completo su
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