Scuole senza computer, esame Invalsi a rischio

Scuole senza computer, esame Invalsi a rischio
Italiano, inglese e matematica, 90 minuti di tempo ciascuna e tutte da svolgere rigorosamente al pc: le nuove prove Invalsi debuttano in terza media, non faranno più parte...

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Italiano, inglese e matematica, 90 minuti di tempo ciascuna e tutte da svolgere rigorosamente al pc: le nuove prove Invalsi debuttano in terza media, non faranno più parte dell’esame conclusivo di giugno ma si svolgeranno tutte nel mese di aprile. Riformati da cima a fondi, i test dell’Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione rappresentano una delle maggiori novità introdotte dai decreti attuativi della Buona Scuola: sono obbligatori per accedere agli esami conclusivi di terza media e l’esito, pur non incidendo nel voto finale, farà comunque parte del portfolio dello studente.


UNA SOLA AULA
La nuova regola che obbliga a svolgere la prova sul computer invece che con carta e penna potrebbe però mettere in difficoltà più di un istituto. Diverse scuole infatti non sono attrezzate per fornire a tutti gli alunni una postazione adeguata e connessa in rete. Nella migliore delle ipotesi i plessi scolastici hanno una sola aula computer con un massimo di 25 postazioni. Per ovviare a questa carenza strutturale, si pensa innanzitutto di scaglionare le prove: non ci sarà più un giorno e un orario uguale per tutti, in tutta Italia, ma sarà possibile dividere le classi per turni nell’arco di tempo compreso tra il 4 e il 21 aprile. Ma in alcuni istituti le aule computer non sono adeguate neanche per ospitare una classe completa, quindi in queste settimane è partita la caccia al pc, nel tentativo di arrivare pronti alla scadenza di aprile. Nelle regioni del Sud, che mediamente sono più indietro, l’acquisto di nuova strumentazione elettronica si sta finanziando anche attingendo ai fondi Pon. La dotazione di computer nè solo una delle preoccupazione per i presidi, e forse neanche la più seria. C’è il timore che la connessione internet delle scuole non sia adeguata alle necessità di questa prova. Anche in questo caso diluire le prove in 15 giorni aiuterà il sistema a non andare in sovraccarico.

I CONTENUTI
Date e computer a parte, la riforma ha inciso fortemente anche sui contenuti visto che alle due materie standard, italiano e matematica, quest’anno per la prima volta si aggiunge inglese. Tre prove da 90 minuti ciascuno, non più 75 come accaduto fino allo scorso anno, con una quantità di domande inferiore del 10% rispetto a quella degli anni passati. Meno domande e più tempo a disposizione, quindi, per concedere al candidato la possibilità di prendere confidenza con il computer. Per lo stesso motivo l’Invalsi ha già pubblicato delle simulazioni per dare il tempo a tutti di esercitarsi e di farsi un’idea di come si svolgeranno le prove. Per quanto riguarda il test di italiano, sono previste due fasi: una relativa alla comprensione del testo e una agli esercizi sull’uso della lingua. Potranno esserci risposte a scelta multipla, risposte a scelta multipla complessa e risposte aperte brevi. Per matematica gli ambiti interessati dalle domande riguardano i numeri, lo spazio e le figure, le relazioni e le funzioni, i dati e le previsioni. La debuttante prova di inglese metterà alla prova gli studenti con due fasi diverse: reading e listening, cioè la valutazione delle capacità comprensione nella lettura e nell’ascolto della lingua.

GLI EFFETTI SUI RAGAZZI

L’uso del computer potrebbe avere conseguenze inaspettate sul rendimento degli studenti. effetti. L’ultimo test Ocse-Pisa, svolto nel 2015, per la prima volta al computer registrò rispetto al 2012 un calo di 13 punti del risultato medio degli studenti italiani. È possibile ipotizzare che il calo sia dovuto proprio all’uso del pc, a cui gli studenti italiani non sono abituati per lo svolgimento di una prova d’esame. In particolare furono le ragazze a perdere maggior punteggio, non solo nell’ambito delle scienze con almeno 17 punti in meno rispetto ai ragazzi ma anche nella lettura dove, mantenendo comunque un punteggio superiore a quello dei maschi, rispetto al 2009 hanno perso ben 30 punti di vantaggio. Lorena Loiacono
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Il Messaggero