Oggi parlare di geopolitica significa sempre anche parlare di energia: sono state aggiornate le mappe dei rapporti di forza tra le grandi nazioni, al punto che di fronte a una...
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Sono anche gli ingredienti della Strategia per la sicurezza energetica europea (‘European energy security strategy’), presentata il 28 maggio, che dimostrano quanto l’Ue voglia uscire dal vecchio paradigma energetico. Le azioni contenute nel documento puntano ad aumentare la sicurezza delle forniture alla luce della situazione geopolitica e alla dipendenza dalle importazioni di gas e
greggio. Il documento punta alla diversificazione delle forniture esterne di energia, al potenziamento delle infrastrutture, alla realizzazione di un mercato interno dell’Ue per l’energia e il risparmio energetico. La Commissione europea chiede azioni concrete, a partire dalle valutazioni globali del rischio (stress test) da condurre a livello regionale o comunitario, simulando un’interruzione della fornitura di gas. L’obiettivo è verificare se e come il sistema energetico possa reggere al rischio di
un’interruzione delle forniture, sviluppando piani di emergenza e meccanismi di riserva. Uno degli elementi chiave è la diversificazione dei paesi e delle rotte di fornitura: significa affiancare nuovi partner a Russia (39% delle importazioni di gas in volume), Norvegia (33%), Algeria e Libia (insieme il 22%). Altra priorità è il rafforzamento dei meccanismi di solidarietà e di emergenza e la protezione delle infrastrutture critiche. Infine la Commissione propone di aumentare la produzione locale di energia, puntando sia sulle fonti rinnovabili sia sulla ‘produzione sostenibile di combustibili fossili’, migliorando nel contempo l’efficienza energetica, soprattutto quella legata al settore edilizio, e di migliorare il coordinamento delle politiche nazionali dell’energia.
Sicilia e Adriatico. L’Adriatico da solo potrebbe contare su 5 miliardi di investimenti, in grado di mettere in moto un processo di sviluppo e di crezione di nuova occupazione sia per l’economia nazionale sia per quella locale. In particolare lo sarebbe per il territorio che rappresenta il mio punto d'osservazione: a Ravenna esiste uno dei distretti offshore più importanti al mondo, a Marina di Ravenna ha sede il distretto Eni più grande d’Italia e un indotto di servizi altamente qualificati in campo ingegneristico, di ricerca e sviluppo, logistico e ambientale di eccellenza nazionale.
L’esperienza di Ravenna nel settore energetico ed industriale dimostra che in questa fase di transizione vi può essere una positiva sinergia tra rinnovabili e gas metano. E che se accogliamo la proposta dell'Europa per sviluppare un ‘mix energetico’ non siamo di fronte a una contrapposizione, ma a una complementarietà.
]vice presidente Provincia Ravenna Leggi l'articolo completo
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