Ferrara, il capogruppo M5S: «Errori su verde e patrimonio, basta con gli assessori tecnici»

Ferrara, il capogruppo M5S: «Errori su verde e patrimonio, basta con gli assessori tecnici»
Un forte rimpasto in giunta? Non lo escludo, anzi. Anche la sindaca Virginia Raggi lo ha già fatto trapelare negli ultimi giorni, no?». Paolo Ferrara, capogruppo del...

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Un forte rimpasto in giunta? Non lo escludo, anzi. Anche la sindaca Virginia Raggi lo ha già fatto trapelare negli ultimi giorni, no?». Paolo Ferrara, capogruppo del M5S, è il primo del Campidoglio a squarciare il velo delle ipocrisie e ad analizzare il voto nella Capitale senza distinguo di rito e panegirici. 


Ferrara, ci sono stati contraccolpi elettorali in Comune? 
«Ci sono un po’ di tensioni. Purtroppo i dati romani delle regionali non sono belli».

C’è chi tende a sostenere il contrario.
«Ma di che vogliamo parlare? Siamo andati bene solo a Ostia. La differenza tra regionali e politica c’è, per carità, il M5S per il Parlamento è stato una bomba. Ma il resto...».

Il 22% della lista alle regionali è un campanello d’allarme? I romani si fidano di meno dei grillini in versione amministratori perché li stanno già testando? 
«Ci sono dei problemi, non lo nego».

E quindi?
«Bisogna tornare a fare politica sul territorio».

Più meetup e meno grisaglie?
«No, più semplice: bisogna rispettare il programma che ci fece vincere le elezioni nel 2016, servono forti indirizzi politici da attuare nelle singole realtà, nei municipi».

Un esempio?
«Se ne possono fare tantissimi. Facemmo una battaglia per salvare il parco della Madonnetta? Ora dobbiamo risolvere questa vicenda. Facemmo una battaglia sui mercati generali? Dobbiamo portarla avanti».

Perché la vostra azione amministrativa è frenata e poco efficace?
«La verità?».

E certo.
«Ci sono troppi tecnici a mettere bocca sul governo di Roma».

Se la sta prendendo con gli assessori?
«Anche. C’è la necessità di tornare a fare politica reale tra la gente, non bastano i massimi sistemi».

Che vuole dire?
«Non è solo una questione di squadra. Ci sono tecnici che vengono da un contesto di grandi teorie, per carità importanti, il discorso però è che devi attuare poi le politiche grazie alle quali hai vinto sul territorio».

Basta tecnici, dunque?
«No, vanno bene per le manovre a lungo raggio, ma poi...».

Ma poi?
«Se dici cambieremo il ciclo dei rifiuti in cinque anni va bene, ma poi i problemi quotidiani chi li conosce e chi li risolve? La maggioranza deve incidere di più. I consiglieri conoscono i territori e il programma, gli altri no».

Gli assessori nel mirino?
«Non è una questione di nomi o di singoli. Ma di dossier aperti: rifiuti, politiche abitative, urbanistica con i punti verde qualità, bilancio. Argomenti collegati».

La cultura, vista la guerra con il cinema America?
«Quella è un’altra dinamica».

Va bene, dunque rimpasto?

«Serve una scossa, forte. Dopo le elezioni tutto è possibile, o interveniamo adesso o mai più». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero