Elezioni, ecco tutte le maggioranze possibili

Elezioni, ecco tutte le maggioranze possibili
L'apertura delle urne domenica notte ha consentito di stilare una classifica dei concorrenti in questa tornata elettorale. I conteggi, senza includere i 12 deputati e i 6...

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L'apertura delle urne domenica notte ha consentito di stilare una classifica dei concorrenti in questa tornata elettorale. I conteggi, senza includere i 12 deputati e i 6 senatori dell'estero e 11 deputati e un senatore ancora da assegnare, attribuiscono al primo partito, il M5S, 221 seggi alla Camera e 112 al Senato, e alla prima coalizione, quella di centrodestra, 260 deputati e 135 senatori. Quindi, essendo la maggioranza alla Camera di 316 e al Senato di 161 (compresi i senatori a vita), appare subito chiaro che per tagliare il traguardo di palazzo Chigi il passo è ancora lungo, sia per la coalizione di centrodestra e, ancor più, per i pentastellati. Di qui l'esercitazione, partita la notte stessa del voto, a configurare le possibili maggioranze che dovrebbero sostenere il governo prossimo venturo. Calcolatrice alla mano, appare subito chiaro che, dati i numeri in campo, sia il primo partito che la coalizione più forte devono supporre un concorso esterno, magari del Pd, per costruire una più o meno solida maggioranza di governo.

 
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Come risulta dai grafici a fondo pagina, l'alleanza più consistente dal punto di vista numerico, anche se non sembra la più probabile da quello politico, risulterebbe quella tra il cartello di centrodestra e il Pd. Sulla carta, totalizzerebbe 372 deputati e 192 senatori, mentre al solo centrodestra mancherebbero a Matteo Salvini, o a chi per lui, oltre 50 deputati e due dozzine di senatori per accomodarsi sulla poltrona di premier. Esclusa dall'esame la poco probabile alleanza tra l'intero centrodestra e il M5S, si prende invece in considerazione un tandem tra pentastellati e la Lega da sola, che non mancherebbe, sulla base dei programmi elettorali, di più di un punto di contatto. Siffatta coalizione arriverebbe a una maggioranza di una certa consistenza: 351 seggi alla Camera e 174 al Senato, cui concorrerebbero 130 deputati e 62 senatori del Carroccio dopo una, probabilmente, traumatica rottura con il resto del centrodestra. Quindi, 40 in più del necessario a Montecitorio e 13 a palazzo Madama.

Altra eventualità, è quella sia pur larvatamente evocata nelle ultime ore e che già non ha mancato di innescare più o meno sotterranei scontri nel Pd, è quella di un'intesa M5S-PdLeU. Il cui totale è lievemente al di sotto di quello dell'ipotesi precedente: 347 deputati e 173 senatori, che però sarebbe autosufficiente anche senza i 14 deputati e i 4 senatori di Liberi e Uniti.

GIOVE

Tutte ipotesi che riposano, come dicevano gli antichi, sulle ginocchia di Giove, o meglio, ai giorni nostri, sulla saggezza del capo dello Stato. Per l'oggi c'è solo la certezza di avere un Parlamento nuovo di zecca, in cui sono assai numerose le new entry rispetto alla vecchia guardia che è pure presente come mostra il ritorno di gran parte della squadra del governo Gentiloni. Tra le novità va segnalato il primo senatore di colore a palazzo Madama, portato dalla Lega di Matteo Salvini. E' il nigeriano Toni Chike Iwobi, 62 anni, un immigrato un po' speciale, giunto in Italia nel 76 con un visto da studente, ha due lauree. Imprenditore a Spirano (Bergamo) nei servizi informatici, da 25 anni iscritto alla Lega, dal 2014 è stato nominato da Salvini responsabile federale del Dipartimento immigrazione del Carroccio. Numerosi i medici e direttori sanitari portati in Parlamento dai 5Stelle, assieme a un nutrito gruppo di docenti, tra cui Salvatore Giuliano già destinato da Di Maio a succedere alla ministra Valeria Fedeli all' Istruzione. Folta la pattuglia dei giornalisti: Emilio Carelli, Primo Di Nicola e Pino Cabras approdano in Parlamento con il M5S. Giorgio Mulè e Andrea Cangini eletti con Forza Italia. Tommaso Cerno, ex direttore de L'Espresso, con il Pd. Una relativa novità è costituita anche da Emma Bonino che torna al Senato di cui è stata vicepresidente nella XVI legislatura. Leggi l'articolo completo su
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