I candidati Pd/ La legalità ignorata nei progetti per la Capitale

I candidati Pd/ La legalità ignorata nei progetti per la Capitale
Le polemiche innescate dal confronto dei candidati alle primarie del centrosinistra nel palazzo occupato di Roma hanno un merito: quello di aver restituito agli elettori la...

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Le polemiche innescate dal confronto dei candidati alle primarie del centrosinistra nel palazzo occupato di Roma hanno un merito: quello di aver restituito agli elettori la fotografia nitida e allarmante del metodo che lo stesso centrosinistra intende applicare al delicato problema delle occupazioni a Roma. È venuta fuori con chiarezza che la proposta di Roberto Gualtieri, uno dei candidati, è quella di fare sgomberi “da casa a casa”. Cioè di accompagnare alla porta l’occupante fuorilegge solo per consegnargli le chiavi di un’altra abitazione, ovviamente a cura del Campidoglio.

È l’adempimento alle richieste ricattatorie avanzate da sempre dagli Alzetta e dai D’Erme, i professionisti delle occupazioni fuorilegge che in decenni di indisturbata carriera hanno violato decine di volte la proprietà privata dei romani. Il principio è pericolosissimo: chiunque, sapendo che violare la legge entrando in una abitazione altrui non produrrà denunce (ma al massimo l’assegnazione gratuita di un’altra abitazione) sarà incentivato a violare il codice penale. Le conseguenze di questa visione errata che riconosce una illegalità “sociale”, quindi giustificata, potrebbero essere incontrollabili.

Ma non è tutto, perché un’altra candidata alle stesse primarie Pd, Cristina Grancio (di fede cinquestelle), ha proposto di introdurre un meccanismo per “deprezzare” d’imperio gli immobili privati caduti in mano agli occupanti illegali, in modo da consentire al Comune di acquistarli a prezzi bassi e assegnarli a chi già se l’è presi con la forza. È un’altra manifestazione di disprezzo per i diritti dei legittimi proprietari degli immobili, che privilegia le persone che hanno calpestato le leggi e usato una forza prevaricatrice che non ha trovato l’argine delle istituzioni preposte al controllo di legalità.

Tutto questo, a meno di quattro mesi dalle elezioni del sindaco di Roma, è francamente preoccupante, per almeno due motivi. Il primo è che il prossimo quinquennio, per la Capitale, sarà decisivo: il futuro sindaco dovrà tutelare e promuovere il merito e gli investimenti per la città, compresi quelli dei privati. E vedere il centrosinistra dedicare tanta attenzione ad un tema che calpesta letteralmente gli interessi di alcune categorie produttive spaventa le persone oneste. Il secondo motivo è la vicinanza manifestata dal Pd agli organizzatori del racket delle occupazioni illegali. Che trasmette l’inquietante sensazione che Roma possa essere ancora amministrata con le stesse logiche clientelari che consentivano gli affari di Buzzi e di Mafia Capitale. Un rischio, quest’ultimo che la Capitale d’Italia non deve correre. Per il bene della città e nell’interesse dell’intero Paese.

 

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Il Messaggero