Lavoro, allo studio sgravi per donne e Sud. Nodo Jobs Act, il piano del governo

Lavoro, allo studio sgravi per donne e Sud. Nodo Jobs Act, il piano del governo
Il governo sta studiando un sistema di incentivi alle assunzioni dedicato alle aree più critiche del Paese, il Mezzogiorno, e alle fasce di popolazione a rischio...

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Il governo sta studiando un sistema di incentivi alle assunzioni dedicato alle aree più critiche del Paese, il Mezzogiorno, e alle fasce di popolazione a rischio emarginazione, le donne. Ad annunciarlo è la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, che sta mettendo a punto le misure con il collega Giuseppe Provenzano. La formula è quella dello sgravio contributivo. Sconti che siano «un pò più importanti, non solo di 12 mesi», è l'idea a cui sta ragionando. Sulla reintroduzione dell'articolo 18 prevale la cautela, ma comunque la titolare del Lavoro apre a un ritocco per dare «maggiori tutele».


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Sul fronte caldo della riforma pensionistica, si chiarisce come l'obiettivo dell'esecutivo sia rendere il sistema flessibile, con un impianto in grado di superare le sperimentazioni. Insomma, è il messaggio, è giunto il momento di varare interventi strutturali. In realtà è già da qualche tempo che si parla di aiutare l'occupazione femminile e di un piano per il Sud a 360 gradi. Ridurre il costo del lavoro per chi decide di assumere funzionerebbe, gli esoneri che hanno accompagnato il Jobs act «hanno consentito le trasformazioni dal rapporto a tempo determinato a tempo indeterminato di molti», riconosce la ministra pentastellata. Ma il problema è che si trattava di «una tantum», sottolinea. Quanto alle sanzioni in caso di licenziamento illegittimo, il suo invito è a depurare il dibattito dai connotati politici per rimettersi alla sentenza della Consulta, che ormai risale a quasi un anno e mezzo fa. Si tratterrebbe di dare al giudice la facoltà di graduare le penalità, mentre oggi gli indennizzi sono calcolati automaticamente in base all'anzianità.

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«Occorre capire che intervento si può fare per dare maggiori tutele al lavoratore», senza pensare a un ritorno al passato tout court ma recuperando il principio ispiratore dell'articolo 18, ossia la previsione di una punizione congrua e dissuasiva, chiarisce il ministero. Certo, una volta che si rimette mano alla questione le strade che si aprono sono molteplici. E in tutto ciò sul Jobs act ci sono in ballo anche i verdetti della Corte Ue, su azioni promosse dalla Cgil. A giorni invece dovrebbe arrivare il responso al reclamo promosso dal sindacato al Comitato europeo dei diritti sociali. Intanto si avvicina la data del 27 gennaio, quando le parti si incontreranno al ministero del Lavoro per discutere di previdenza. Catalfo non si sbilancia in merito all'ipotesi, rilanciata da Maurizio Landini, di un abbassamento dell'età di uscita a 62 anni, o alla possibilità di un ricalcolo con il contributivo per chi lascia prima, come prospettato dal presidente dell'Inps, Pasquale Tridico.

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La cosa sicura è la volontà di dare più elasticità al sistema con una riforma «stabile», utilizzando - è l'auspicio - i soldi risparmiati di Quota 100. Vede, poi, il traguardo l'operato del ministero per la digitalizzazione dei suoi servizi. Per metà marzo tutto sarà accessibili tramite Spid. E l'identità digitale sarà il punto di partenza per il lancio del 'fascicolo elettronico del cittadinò, dove potranno confluire informazioni anagrafiche e dati sulla formazione e l'impiego.


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