Superbonus 110%, scompare l’Isee su case unifamiliari e villette (e il vincolo prima casa)

L’accordo in manovra, via i tetti di reddito ma entro giugno andrà fatto il 30% dei lavori

Superbonus 110%, scompare l’Isee su case unifamiliari e villette (e il vincolo prima casa)
Cambia ancora il Superbonus del 110 per cento. Il limite per poter ottenere l’incentivo fissato a 25 mila euro di Isee per le famiglie proprietarie di case unifamiliari e...

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Cambia ancora il Superbonus del 110 per cento. Il limite per poter ottenere l’incentivo fissato a 25 mila euro di Isee per le famiglie proprietarie di case unifamiliari e villette, è destinato a scomparire. Le interlocuzioni tra il governo e la maggioranza sono ancora in corso, ma su questo punto un compromesso sarebbe ormai stato raggiunto. Nella manovra il limite dei 25 mila dell’Isee scomparirà. Così come sarà eliminato anche il vincolo che la villetta, per poter accedere all’incentivo, debba essere la prima casa

 

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Il limite

Al posto del tetto sarà messo un limite temporale agli interventi. Tutti i lavori che saranno eseguiti almeno per il 30 per cento entro il mese di giugno del prossimo anno, potranno proseguire fino alla fine del 2022. Un compromesso che, come detto, andrebbe bene a tutti i partiti della maggioranza e sarebbe stato accolto positivamente dal governo. Se ne riparlerà comunque nei tavoli tematici convocati sulla manovra. Dopo gli incontri di martedì, i rappresentanti dei partiti di maggioranza hanno deciso di non presentare una serie di emendamenti considerati “qualificanti” tra quelli segnalati. Con il governo è stato deciso un diverso metodo di lavoro. Alcuni temi, come il Superbonus, la scuola, le bollette e il reddito di cittadinanza, saranno discussi in tavoli separati. Una volta trovata l’intesa sarà direttamente il governo a presentare un emendamento. «Siamo tutti d’accordo sulle unifamiliari di tornare alla norma precedente», ha spiegato dopo il vertice di maggioranza la senatrice di Italia Viva Donatella Conzatti. «Sui temi comuni», ha invece spiegato la sottosegretaria all’Economia, Alessandra Sartore, «stiamo portando avanti un buon lavoro. Su scuola e Superbonus, per citare alcune macro aree di intervento della manovra che stiamo affrontando», ha aggiunto ancor la sottosegretaria, «si sta finalizzando una sintesi per arrivare a modifiche condivise. Nelle prossime ore continueremo questo lavoro ovviamente».


L’intesa

Anche su un altro punto l’intesa sarebbe stata ormai raggiunta: la proroga per tutto il 2025 del Superbonus 110% per interventi effettuati dal 2009 nei comuni colpiti da eventi sismici. A spingere in questa direzione sarebbe stato soprattutto il Movimento Cinque Stelle, tramite il capogruppo in Commissione bilancio del Senato Gianmauro Dell’Olio e il presidente della Commissione Daniele Pesco, che della manovra è anche relatore. Chiusa la partita del Superbonus restano da sciogliere altri nodi, a cominciare da quello delle bollette. Per il taglio del costo dell’energia il prossimo anno, il governo ha già previsto uno stanziamento di 2,8 miliardi di euro. Due miliardi sono già nella manovra di Bilancio, mentre gli altri 800 milioni arriveranno dai risparmi sulla riforma fiscale. Il ministero dell’Economia è alla ricerca di altri 300 milioni, promessi durante il burrascoso consiglio dei ministri durante il quale è saltata l’ipotesi di un «contributo di solidarietà» dei redditi più alti al taglio delle bollette. Ma in realtà il governo starebbe pensando di spingersi oltre i 3,1 miliardi, per arrivare almeno fino a 3,5-3,6 miliardi di euro. Magari pescando anche tra i proventi delle aste per la Co2.

Invece è ormai blindato l’accordo rggiunto nella maggioranza sulla riforma dell’Irpef e sul taglio per un anno dei contributi per i redditi fino a 35 mila euro. L’impianto resta quello delle quattro aliquote: 23 per cento per i redditi fino a 15 mila euro; 25 per cento per i redditi tra 15 mila e 28 mila euro; 35 per cento per i redditi che vanno da 28 mila a 50 mila euro; e 43 per cento per i redditi superiori. L’emendamento del governo che recepisce l’intesa doveva essere presentato martedì scorso, ma è slittato perché la Ragioneria generale dello Stato sta facendo le ultime verifiche. Sarà presentato la prossima settimana. La riforma dell’Irpef, secondo fonti della maggioranza, avvantaggerà anche i redditi bassi. Vale, spiegano, un taglio delle tasse del 10 per cento per le pensioni basse, che arriva al 24 per cento per i dipendenti con redditi bassi. Sempre secondo gli stessi calcoli un pensionato fino a 20 mila euro risparmierà in media 195 euro l’anno, oltre il 10 per cento, un dipendente tra 8 e 20 mila euro 193 euro, che però valgono il 24 per cento dell’Irpef. Ai pensionati va il 33 per cento dei 7 miliardi disponibili, circa 2,3 miliardi, ai dipendenti il 60 per cento, circa 4,3 miliardi.
 

 

 

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Il Messaggero