Pos, obbligo rimane sopra i 60 euro. Nella Manovra resta il rialzo della soglia minima per i pagamenti

Mattarella rassicura la Ue: «Sull’evasione fatto molto»

Pos, obbligo rimane sopra i 60 euro. Nella Manovra resta il rialzo della soglia minima per i pagamenti
«In Italia si è fatto molto sul Pnrr per quanto riguarda l’evasione fiscale, con molta concretezza e indicazioni e non ci sono segnali che questo capitolo venga...

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«In Italia si è fatto molto sul Pnrr per quanto riguarda l’evasione fiscale, con molta concretezza e indicazioni e non ci sono segnali che questo capitolo venga cambiato». Nel giorno in cui la discussa norma che limita l’obbligo di utilizzare il pos ai pagamenti superiori a 60 euro sembra aver trovato la sua collocazione finale all’interno del testo della Manovra bollinato dalla ragioneria dello Stato e firmato ieri dal presidente della Repubblica, a garantire sulla bontà delle intenzioni del governo italiano è proprio Sergio Mattarella.

 

Pos obbligatorio, fissata la soglia a 60 euro: il testo definitivo in manovra. Ue: «Valuteremo la norma»

 

Pos, l'obbligo rimane sopra i 60 euro

Da Berna, dove si trova in visita ufficiale, il Capo dello Stato ha infatti chiarito che il contrasto all’evasione fiscale resta assolutamente centrale all’interno del Piano di ripresa e resilienza italiano, nel totale rispetto delle “pietre miliari” previste da Bruxelles e nonostante i dubbi avanzati nei giorni scorsi dalla Ue.  Tant’è che durante la conferenza stampa congiunta con il presidente svizzero Ignazio Cassis, Mattarella ha invitato tutti ad essere cauti nel definire l’Italia «maglia nera» sul tema dell’evasione. Ai giornalisti ha infatti chiesto prudenza: «Sono sempre diffidente quando sento queste definizioni: “maglia nera” o “ultimo in classifica”. Generalmente nascono da criteri difformi da paese a paese e quindi sono sempre stato refrattario all’uso di queste definizioni così sostanzialmente a-scientifiche».

 

 

Se non una difesa su tutta la linea della posizione nostrana - tornata a marcare il punto dei 60 euro dopo che le bozze della Manovra sembravano spingere per una soluzione meno impattante per la Ue (e cioè 30 euro) - le parole di Mattarella sembrano offrire quantomeno qualcosa di simile. Ma le stesse frasi suonano anche come il più classico dei moniti rivolto proprio al governo in carica. L’obiettivo pare infatti evitare nuovi inciampi e ulteriori «fari accesi» da parte di Bruxelles dopo quelli già annunciati proprio sulla norma per i pagamenti digitali e per il limite all’uso del contante fissato a 5 mila euro. Un’attenzione che, a legge di Bilancio ancora da sottoporre al passaggio in Aula e al travaglio degli emendamenti, lascia con il fiato sospeso l’Italia. «Siamo a conoscenza della proposta del governo italiano» si limita a commentare la portavoce della Commissione Ue Veerle Nuyts, «ma trattandosi di una bozza, dobbiamo ancora valutarla, sia nella portata che nel merito». Il nodo - su cui le interlocuzioni vanno avanti in attesa della visita degli ispettori Ue a Roma - ruota attorno al definire se la norma è o meno in contraddizione con gli impegni contro l’evasione presi da Roma sul Pnrr. In altri termini, anche se la Ue non disciplina espressamente le soglie sotto le quali è permesso il pagamento in contanti, non è chiaro se l’impegno inserito in Manovra dall’esecutivo contrasti con gli obiettivi del Piano. 

IL VIAGGIO
Tornando al viaggio di Mattarella - iniziato ieri a Berna con una visita privata al museo di Paul Klee e con l’incontro con la comunità italiana, e pronto a continuare oggi a Zurigo - è piuttosto evidente come l’interesse svizzero per la fiscalità di quest’altro lato delle Alpi sia legato a un nodo che sta molto a cuore a Cassis: «Per la Svizzera è importante sul piano simbolico essere stralciati dalla cosiddetta black list, non c’è più nessuna ragione perché questa lista debba esistere, per noi è un disturbo inutile che non ha più ragione di esistere». Il riferimento è ad alcune tipologie di società oggi ritenute dall’Agenzia delle Entrate italiana non sufficientemente trasparenti dal punto di vista fiscale  e quindi obbligate a sottostare a una serie di limitazioni. Una situazione a cui nei giorni scorsi hanno lavorato anche i rispettivi ministri dell’Economia, nel tentativo di ristabilire sul punto anche una stretta collaborazione tra la Svizzera e il resto della Ue.


L’INCONTRO


Non solo. Tra i temi affrontati figura il tentativo di sbloccare l’impasse creatasi sui frontalieri italo-svizzeri. Ovvero l‘accelerazione in atto da mesi per la «ratifica ed esecuzione dell’accordo relativo all’imposizione fiscale delle 80mila persone che danno un contributo decisivo al benessere di Italia e Svizzera» come sintetizza il deputato dem eletto proprio nella circoscrizione elvetica Toni Ricciardi. Infine, Mattarella ha come sempre approfittato della visita per sottolineare la vicinanza italiana alla causa ucraina, finendo - per una pura coincidenza temporale - per rimarcare il sostegno di Roma a Kiev proprio mentre a palazzo Madama slitta l’approdo del decreto che proroga la possibilità di inviare nuove armi al 31 dicembre 2023. «L’affermazione dei principi di libertà, democrazia, diritti umani - ha concluso il Capo dello Stato - sono alla base della convivenza e non possono essere calpestati e stravolti dalla politica di potenza di un singolo Paese».

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Il Messaggero