Manovra, vertice a Palazzo Chigi. M5S: «No a pace fiscale per evasori»

Vertice sulla Manovra a Palazzo Chigi con la presenza dei due vicepremier, del presidente Giuseppe Conte e del ministro dell'Economia Giovanni Tria. Tra i temi all'ordine...

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Vertice sulla Manovra a Palazzo Chigi con la presenza dei due vicepremier, del presidente Giuseppe Conte e del ministro dell'Economia Giovanni Tria. Tra i temi all'ordine del giorno, quello della pace fiscale. «Aiutare i cittadini che sono in difficoltà nelle grinfie di Equitalia è nel contratto. La pace fiscale intesa come misura che strizza l'occhio ai grandi evasori e ai capitali occulti non è nel contratto». È quanto affermano voci vicine al vicepremier Luigi Di Maio.


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Lunga giornata. Si preannuncia una giornata intensa per il Governo giallo verde. Alle 18 (ma è possibile un'anticipazione alle 17.00) si terrà il Consiglio dei Ministri per l'approvazione della Manovra (disegno di legge di bilancio) e del decreto fiscale. Ma il plenum si preannuncia tutt'altro che in discesa a causa delle divergenze su alcuni tempi cruciali, decreto fiscale in testa.

Il vertice preparatorio di tre ore che si è tenuto ieri sera a Palazzo Chigi non ha sciolto gli ultimi dubbi legati soprattutto alle misure che definiscono la "pace fiscale. I tempi sono stretti: entro la mezzanotte del 15 dovrà essere inviato a Bruxelles il DPB (Draft budgetary plan), documento nel quale vengono indicate le misure adottate con le relative quantificazioni. Entro il 20 ottobre, invece, il testo definitivo del disegno di legge dovrà essere invitato al Parlamento per l'avvio della sessione di bilancio.

Il Movimento 5 Stelle preme per approvare oggi stesso tutto il pacchetto (manovra e dl fiscale) affinché il Premier possa presentarsi al Consiglio europeo del 17-18 ottobre con i "compiti svolti".

Tornando ai nodi cruciali, in testa figura il decreto fiscale, dal momento che da esso dipendono a catena altri interventi che dovranno essere coperti con il ricavato dell'operazione.

Lo scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle, che questa mattina si incontreranno per tentare di raggiungere un'intesa collegiale, verte soprattutto sul condono. I Pentastellati hanno ribadito il loro "no" a qualsiasi forma di condono, mentre la Lega continua a puntare sull'ipotesi di una "flat tax integrativa" con un tetto tra i 200 e i 500 mila euro. La soglia più alta sarebbe l'auspicio di Matteo Salvini, mentre i 200 mila potrebbero rappresentare il possibile punto di ricaduta.

Il sottosegretario Armando Siri ha inoltre proposto una pace fiscale con tre scaglioni di pagamento al 6%, al 10% e al 25% a seconda della posizione patrimoniale e reddituale del contribuente che ne fa richiesta.

Oltre al condono, una questione ancora tutta da affrontare è anche il capitolo dei tagli, da cui pure dipendono parte delle misure.

Intanto si fa largo l'ipotesi di approvare anche il decreto fiscale, oltre che la manovra, con la formula "salvo intese" per poi scriverli nei giorni successivi come ormai avviene di prassi per quasi tutti i provvedimenti più delicati.


Sembra inoltre confermata la soluzione di un rinvio ad aprile per l'entrata in vigore del reddito di cittadinanza e della riforma della Fornero con i pensionamenti anticipati con "quota 100" (62 anni d'età e 38 di contributi). Uno slittamento, questo, che aiuterà a contenere la spesa entro i 16 miliardi complessivi previsti per per le due misure per il 2019. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero