Manovra, tetto contanti a 2 mila euro. È duello sulla plastic tax

Manovra, tetto contanti a 2 mila euro. È duello sulla plastic tax
Doveva valere oltre sette miliardi di euro. Il conto finale delle misure contro l'evasione fiscale, invece, si ferma a 3,2 miliardi. Meno della metà di quanto...

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Doveva valere oltre sette miliardi di euro. Il conto finale delle misure contro l'evasione fiscale, invece, si ferma a 3,2 miliardi. Meno della metà di quanto preventivato dal governo nemmeno quindici giorni fa. Nel lunghissimi consiglio dei ministri iniziato l'altro ieri notte e che si è concluso solo alle prime luci di ieri mattina, il governo è riuscito a trovare un compromesso su una delle misure più controverse della prossima manovra di bilancio: il tetto al contante. Il limite di 3 mila euro non passerà immediatamente a mille euro, come avevano chiesto il premier Giuseppe Conte e il Partito Democratico. Ci sarà un avvicinamento graduale a quella soglia. Dal prossimo anno si scenderà a duemila euro, e tale resterà anche nel 2021. I mille euro di limite alle spese cash arriveranno soltanto nel 2022. Non è l'unico rinvio. Anche il superbonus, la restituzione fiscale (prevista per l'epifania) di una parte delle spese sostenute con mezzi di pagamento tracciabili, alla fine è slittata. Così come il meccanismo del cashback mensile sempre per le spese saldate utilizzando un mezzo di pagamento tracciabile. Il motivo è abbastanza semplice. Il governo aveva inizialmente legato questi incentivi ad un aumento selettivo dell'Iva. I soldi ricavati dall'aumento del gettito sarebbero serviti a finanziare le restituzioni fiscali ai contribuenti che avrebbero rinunciato al contante. Un'operazione che costa 3 miliardi di euro. La cifra è stata postata in bilancio per il 2021, quando il meccanismo del superbonus e del cashback dovrebbero entrare finalmente in vigore.


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Molte delle misure di lotta all'evasione introducono nuovi obblighi per i contribuenti. Si va dall'illecita somministrazione di manodopera fino alle frodi nel settore dei carburanti. Si prova a colpire il contrasto all'evasione e all'illegalità nel settore dei giochi, attraverso l'istituzione del registro unico degli operatori del gioco pubblico e il blocco dei pagamenti per i soggetti che operano dall'estero senza concessione, anche attraverso l'istituzione dell'agente sotto copertura. Secondo il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei commercialisti, Massimo Miani, le misure del governo, in realtà, rischiano «di complicare la vita di chi non evade». Gli onesti, insomma.

LA REAZIONE

Ma lo scontro più duro, probabilmente, è quello sulla cosiddetta «plastic tax», l'imposta di un euro a chilogrammo su plastica e imballaggi. Confindustria ha espresso «forte contrarietà». «La misura - ha fatto sapere l'associazione degli industriali - non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un'imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese».
Andrea Bassi
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Il Messaggero