Asse franco-tedesco: fondi Ue solo ai Paesi in regola con il deficit

Asse franco-tedesco: fondi Ue solo ai Paesi in regola con il deficit
ROMA Dopo mesi di braccio di ferro c'è l'intesa franco-tedesca sul futuro Bilancio dell'eurozona. L'accordo determina implicitamente novità...

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ROMA Dopo mesi di braccio di ferro c'è l'intesa franco-tedesca sul futuro Bilancio dell'eurozona. L'accordo determina implicitamente novità strategiche anche per l'Italia. In sintesi, i tedeschi hanno accettato la proposta del presidente francese Emmanuel Macron di dare vita ad un Fondo Europeo ad hoc che «garantirà la stabilità dei paesi aderenti all'euro». In un quadro di regole stringenti, probabilmene più robuste di quelle attuali, questo Fondo sosterrà investimenti e riforme ma sarà messo a disposizione solo di quei Paesi europei i cui conti pubblici resteranno dentro i parametri concordati con Bruxelles. Insomma i Paesi che imbriglieranno meglio i proprio conti pubblici per evitare l'asfissia da austerità potranno contare su fondi europei per avviare iniziative di crescita.


LA SVOLTA
La notizia, anticipata ieri dallo Spiegel-online, equivale ad un messaggio chiarissimo all'Italia: per avere nuovi finanziamenti europei per lo sviluppo occorrerà tenere la barra dritta sul risanamento dei conti pubblici e su nuove riforme economiche.

Ma l'accordo, i cui dettagli e la portata finanziaria saranno resi noti lunedì 19 alla riunione dell'eurogruppo (cioè dei 19 ministri del Tesoro dei paesi aderenti all'euro), ha una evidente importanza soprattutto per il futuro dell'Unione che prova a uscire da un immobilismo soffocante.
L'intesa franco-tedesca, infatti, sembra dare il via ad una nuova fase delle politica comune europea. Il si tedesco mette in moto uno scenario che probabilmente sfocerà in una cessione di maggior potere a Bruxelles e all'eurogruppo che dovrebbe poter decidere sul varo di una politica fiscale comune fra tutti i 19 paesi europei avendo nel suo carniere molti più strumenti di oggi. Dovrebbe essere proprio l'eurgruppo, infatti, a stabilire il percorso di convergenza dei 19 paesi dell'eurozona verso un'unica politica economica comune finanziando le iniziative di crescita per quei governi che accetteranno di risanare la propria spesa pubblica.
Il Fondo per lo Sviluppo sarà finanziato dai singoli Paesi ma è evidente che la Germania ha accettato di contribuirvi con il proprio peso economico in cambio di una cessione di potere effettiva a Bruxelles che potrà intervenire sui bilanci dei paesi dell'eurozona sia con il bastone delle penalizzazioni per chi sfora il deficit sia con la carota di finanziamenti per la crescita.

La novità dell'accordo franco-tedesco sul Bilancio arriva mentre la tensione fra il governo di Roma e la Commissione Europea di Bruxelles continua ad essere altissima. L'altro ieri il premier italiano, Giuseppe Conte, aveva dato l'impressione di voler fissare un imminente incontro con il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker sul tema dell'eventuale procedura d'infrazione per deficit eccessivo contro l'Italia ma da Bruxelles ieri hanno fatto sapere che nell'agenda di Juncker non c'è per ora alcun appuntamento con Conte.
Il premier ha assicurato che un colloquio ci sarà, almeno per telefono, all'inizio della prossima settimana, ma al di là delle conversazioni tra i due, che siano faccia a faccia o meno, i motivi di attrito tra l'Italia e l'Europa restano tutti sul piatto.

Sul fronte della manovra va registrata la presentazioni di molti mini emendamenti da parte delle forze di maggioranza che però non è detto che poi saranno davvero inseriti nella legge di bilancio. Fra le proposte che meritano di essere segnalate c'è quella della Lega che propone una minirottamazione di 1.000 euro (500 a carico dello Stato e 500 dei concessionari) per chi dal 1 gennaio 2019 e fino al dicembre 2020 rottamerà un'auto da euro zero a euro tre acquistandone una nuova.

Il Carroccio propone inoltre di istituire - presso la Presidenza del Consiglio - un Fondo per le adozioni internazionali che assegni un finanziamento massimo di 5 mila euro per ogni famiglia che procede all'adozione di minori stranieri. La proposta indica in 10 milioni la dotazione di tale fondo a partire dal 2019.

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Il Messaggero