La commissione europea è pronta a bocciare nuovamente la manovra dell'Italia e a dichiarare non in linea con le regole del Patto di stabilità il percorso di...
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Anzi, è tra i più bassi della storia italiana e più basso anche di quello che Francia e Spagna hanno avuto per molti anni. Ragioni che molti Paesi contestano, spiega il ministro, forse non per convinzioni economiche ma per opportunità politica visto che sono in campagna elettorale e in difficoltà a casa loro. A differenza del Governo italiano che gode di un forte appoggio.
Intanto, in Italia, i due vicepremier si preparano al verdetto Ue di mercoledì. Matteo Salvini utilizza una metafora per fare appello all'unità: L'Europa «vuole fare litigare, farci polemizzare», ma noi «dobbiamo essere compatti, perché uno squalo si avvicina se gli fai sentire l'odore del sangue». Luigi Di Maio si dice assolutamente «non preoccupato» dall'eventualità di una procedura d'infrazione. Mentre l'opposizione attacca e chiede al Governo di cambiare la manovra. Ma i numeri non cambiano, e ci penserà il premier Conte a portare a Bruxelles, direttamente al presidente Juncker, la prima reazione dell'Italia alla decisione Ue in arrivo.
Tria, che ha visto il commissario Moscovici solo brevemente a margine dell'Eurogruppo straordinario, conferma la linea economica italiana. E imputa a ragioni elettorali le «posizioni molto rigide» che alcuni partner Ue hanno sulle scelte italiane. Il ministro le difende fino in fondo, invitando la Commissione a cambiare prospettiva: «Penso debba tener conto del rallentamento dell'economia europea, non solo italiana», e quindi della scelta di fare una manovra «moderatamente espansiva», e non discutere di uno 0,4 in più o in meno di deficit, che comunque resta più basso di altri.
Nell'Eurogruppo dedicato alle riforme, Tria si è detto in generale favorevole al bilancio dell'Eurozona, proposto da Francia e Germania e per ora contrastato solo dall'Olanda. Salvini, poche ore prima, aveva invece espresso la sua riserva: «Se danneggia l'Italia, come pare, ovviamente non ci sarà il nostro consenso». Ma, per ora, sull'idea c'è stato solo un primo giro di tavolo. Mancano ancora tutti i dettagli, cruciali come dimensione e condizioni di utilizzo, su cui i Governi dovranno posizionarsi con chiarezza nei prossimi mesi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero