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Gas, come affronterà l'Italia l'inverno che ormai è alle porte. Ci saranno carenze energetiche sul territorio? A parlare della situazione gas è stato l'ad di Eni, Claudio Descalzi al termine della cerimonia degli Eni Award che si è svolta al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Noi abbiamo fatto tutto il possibile per essere in una posizione positiva» e l'Italia «ha fatto un grosso sforzo».
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Gas, cosa ha detto Descalzi
«Una volta che abbiamo gli stoccaggi pieni possiamo passare alla solidarietà. Dobbiamo arrivare agli stoccaggi pieni per questo inverno. Più sono saturi, vicini al 100%, più riusciremo a mantenere i picchi invernali». Ad affermarlo è l'ad di Eni, Claudio Descalzi a margine della cerimonia al Quirinale degli Eni Award. L'Italia in questo momento, sottolinea Descalzi, «ha gas. L'hub italiano è a 130-140 euro a megawattora mentre il Ttf sta a 180-200 euro. Questo è legato al fatto che l'offerta supera la domanda. E che gli stoccaggi sono alti. Questi metri cubi in più che stiamo portando stanno anche andando verso i mercati che hanno prezzi più attraenti e questo è un problema che dobbiamo risolvere.
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Il tema rigassificatori
È chiaro, sottolinea l'ad di Eni, «che il contributo addizionale di quel gas russo» che arriva a Tarvisio «e che speriamo ritorni è fondamentale. Sono circa 20 milioni di metri cubi al giorno che sono circa il 9-10% delle forniture che stanno arrivando in Italia». Inoltre, osserva Descalzi, «è importante che i rigassificatori funzionino, che non ci siano problemi tecnici nelle produzioni in Algeria o in Egitto. Ci sono tante le variabili». Ecco perché, spiega ancora Descalzi, «un sistema energetico deve essere in ridondanza. Non solo nel supply ma anche nelle infrastrutture perché siccome parliamo di fatti tecnici operativi e non geopolitici possono esserci delle interruzioni dalla Libia. È successo. Dall'Algeria possono succedere. Ecco perché serva la ridondanza che deve essere sia in termini di geografia che in termini di rigassificatori». Attualmente, aggiunge, «il grosso sforzo lo abbiamo fatto con i tubi dall'Algeria e quello della Libia cercando di mantenere i flussi durante una soluzione non semplice. Però il resto verrà dal Gnl. Se non avremo questi rigassificatori il gas che viene dall'Angola, dalla Nigeria da fine 2023, dal Mozambico, dall'Egitto andrà da altre parte. Nei paesi in cui ci sono i rigassificatori». Per Descalzi, quindi, si tratta «di un'equazione con tanti variabili. L'Italia ha fatto un grosso sforzo», sottolinea Descalzi.
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