Copyright, il Parlamento Ue approva la riforma. M5S e Lega votano contro

Più tutela per gli autori. La riforma europea sul copyright passa il traguardo al Parlamento europeo che l'approva con una maggioranza corposa di 348 a favore 274 no e...

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Più tutela per gli autori. La riforma europea sul copyright passa il traguardo al Parlamento europeo che l'approva con una maggioranza corposa di 348 a favore 274 no e 36 astenuti su 658 deputati presenti. Un esito che non era affatto scontato secondo i pronostici della vigilia. Le nuove norme Ue, basate sull'accordo di compromesso raggiunto con il Consiglio Ue lo scorso febbraio, consentiranno a creatori ed editori di notizie di negoziare un equo compenso con i giganti del web. Lega e M5S a Strasburgo hanno votato compatti contro il provvedimento e si preparerebbero ora a proseguire la loro battaglia quando il testo approderà al Consiglio Ue, nonchè quando verrà il momento della ratifica nazionale.


Copyrigh sul web, l'Europarlamento approva la direttiva
Strasburgo, il voto del Parlamento Europeo: approvata direttiva sul copyright

Una direttiva «pessima e inefficace», commenta il sottosegretario all'editoria Vito Crimi. Mentre per il Mibac parla il sottosegretario Gianluca Vacca che definisce la riforma «pericolosa». Il via libera dell'Eurocamera, salutato dall'emiciclo con un applauso, è arrivato al termine di una mattinata lunga ed intensa iniziata con un accesso dibattito in Aula tra favorevoli e contrari. Per il presidente degli editori di giornali europei dell'Enpa, Carlo Perrone, è stata una «grande vittoria per la stampa in Italia». A fargli eco il presidente dell'Eurocamera Antonio Tajani secondo il quale la direttiva, tra vari meriti, ha anche quello di mettere fine «all'attuale far-west digitale»
.




Ma c'è pure chi storce il naso e chi protesta. Wikipedia - che oggi torna in chiaro dopo l'oscuramento messo in atto alla vigilia - parla di un «risultato che era segnato», mentre Google si dice convinto che la direttiva sul copyright «è migliorata, ma porterà comunque ad incertezza giuridica e impatterà sulle economie creative e digitali dell'Europa». 'Matherboard', rivista specializzata online, scrive addirittura che «Internet è ufficialmente morto» mentre sulla rete è partita la rivolta contro il famigerato articolo 13 della direttiva, diventato un 'top trend' su twitter. E gli Youtuber hanno evidenziato i rischi per streaming e video sul web. La complessità della materia e l'importanza della posta in gioco hanno contribuito a spaccare i gruppi politici e dividere la pattuglia degli eurodeputati italiani. Lega e M5S hanno votato compatti contro la direttiva europea, mentre a favore si sono espressi Forza Italia, la stragrande maggioranza del Pd (solo 3 contrari) e gli eurodeputati italiani di Ecr. «L'idea - si legge nella nota del M5S - di limitare il diritto all'informazione e alla partecipazione online, imbavagliando la rete, è pericolosa e preoccupante e ci vede radicalmente contrari». Altra versione per gli eurodeputati Pd convinti che il voto sia «una grande vittoria delle idee, della creatività, della cultura, del giornalismo».


A livello dei gruppi le divisioni hanno toccato tutti gli schieramenti in campo. La stragrande maggioranza del Ppe ha votato a favore del testo, con una fronda di 28 che ha espresso parere contrario. Diviso il fronte dei socialisti e democratici, con gli eurodeputati tedeschi dell'Spd - a cominciare dal presidente dell'S&D Udo Bullmann e gli austriaci - che hanno votato contro, mentre la maggioranza S&D ha detto sì. Spaccature anche nell'Alde e nei sovranisti Enf, con la pattuglia di eurodeputati lepenisti che, contrariamente agli alleati leghisti, ha votato a favore. Defezioni anche nel gruppo Efdd (dove c'è il M5S). Il gruppo più compatto 'contrò quello della Sinistra Unitaria europea (Gue/Ngl) e anche la maggior parte dei Conservatori Ecr ha votato contro. Divisi invece i Verdi. Dopo l'ok di Strasburgo adesso toccherà ai ministri dell'Ue esprimersi. La riforma è attesa al Consiglio - dove il governo gialloverde italiano potrebbe anche opporsi - che dovrà votarla a maggioranza qualificata. «Immagino che la Germania non voglia cambiare la sua posizione» al momento del voto finale, «in quanto in passato ha dato segnali di approvazione», ha affermato il relatore della riforma sul copyright il tedesco del Ppe Axel Voss. «Naturalmente non posso saperlo, non sono così addentro alle cose», ma se ci fosse una «inversione di marcia» da parte del governo tedesco «sarebbe uno schiaffo a tutti coloro che hanno partecipato ai lavori», ha aggiunto
.

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Il Messaggero