Bce, Draghi: «Ripresa stenta, tassi fermi». Allarme sul debito, da gennaio stop al Qe

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea rimane «pronto ad aggiustare come appropriato» le sue misure in qualunque momento e ritiene necessario uno...

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Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea rimane «pronto ad aggiustare come appropriato» le sue misure in qualunque momento e ritiene necessario uno «stimolo monetario significativo». Lo ha affermato il Presidente della Bce, Mario Draghi nella conferenza stampa al termine del board che ha confermato i tassi di interesse fermi nell'Eurozona fino all'estate del 2019 ed il ritiro del Quantitative Easing (gli acquisti netti nell'ambito del programma di acquisto di attività) a dicembre 2018.


Rischi prospettive Eurozona ancora bilanciati ma si stanno muovendo verso il basso 
Il banchiere ha sottolineato che «i rischi per le prospettive economiche dell'Eurozona possono ancora essere considerati ampiamente bilanciati, ma il punto di equilibrio si sta muovendo verso il basso». Il numero uno della Bce ha citato il protezionismo fra i fattori di rischio, ma anche gli senari geopolitici, i Paesi emergenti e la vulnerabilità dei mercati finanziari.

Quanto alla domanda interna, Draghi ha spiegato che continua a sostenere l'espansione ed a spingere gradualmente l'inflazione, anche se i dati sono più deboli di quanto atteso.

Il presidente dell'Eurotower ha fatto sapere inoltre che la Bce reinvestirà i bond che ha in portafoglio che arrivano a scadenza con titoli della stessa giurisdizione e il portafoglio sarà aggiustato per riallinearlo alla quota di ciascun Paese nel capitale della Banca centrale europea.

«Il Quantitative easing è ormai parte integrante del cassetto degli attrezzi permanenti della Bce», ha anche detto  Draghi, sottolineando che «è stata molto importante la sentenze della Corte europea di Giustizia» che ha legittimato il Qe. «La Bce ora è nel complesso come qualsiasi altra Banca Centrale».

La Banca centrale europea (Bce) porterà a zero, a partire dal primo gennaio, gli acquisti netti di bond. Finisce l'espansione di bilancio attraverso il quantitative easing, anche se la Bce continuerà a reinvestire i titoli in portafoglio ancora a lungo dopo che saranno risaliti i tassi. 

La Bce ha poi confermato che i tassi di interesse rimarranno fermi fino all'estate del 2019. In una nota diffusa al termine della riunione di politica monetaria, in cui si è deciso di lasciare i tassi invariati, l'Eurotower ribadisce che i tassi di interesse si manterranno «su livelli pari a quelli attuali almeno fino all'estate del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine». Il tasso principale di riferimento resta fermo quindi allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. La decisione è in linea con le attese del mercato.


La Bce ha fatto sapere che «gli acquisti di netti attraverso il programma di acquisto titoli (App) termineranno a dicembre 2018». Allo stesso tempo, il consiglio direttivo «intende continuare a reinvestire la totalità dei rimborsi di capitale, derivanti dai titoli acquistati che arrivano a scadenza, per un periodo prolungato dopo che avrà iniziato ad alzare i tassi d'interesse principali, e in ogni caso per tutto il periodo necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario».


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