«Con una termocamera ad alta sensibilità termica, caricata sul drone, i geologi dell'Università di Camerino hanno rilevato sul terreno dell'area...
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«Verosimilmente - spiega Pallotta - era un susseguirsi di templi e di vasche colme di limpida acqua sorgiva che ruscellava verso il mare africano per offrire prezioso ristoro ai viaggiatori di confine. Da queste immagini termiche tutti possono osservare come il gradiente di calore delinea nel terreno perfetti disegni geometrici che circondano proprio i resti del cosiddetto Tempio M, ora collocato lungo la sponda destra del Fiume Selino, ma che in origine spiccava con tutta la sua bellezza sull'estremo promontorio occidentale dell'incantevole laguna». In giornata la stampa italiana e internazionale effettuerà una visita nel'area archeologica per scoprire dal vivo le ricerche effettuate dagli esperti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero