Eccezionale scoperta archeologica effettuata da ricercatori della Sapienza che hanno ritrovato alcune orme di bambino risalenti a 700 mila anni fa in un sito archeologico in...
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La zona scavata corrisponde a un’area intensamente frequentata, ai margini di una piccola pozza d'acqua in cui probabilmente si abbeveravano, oltre agli ominidi, anche animali prossimi agli attuali gnu e gazzelle, nonché uccellini, equidi e suidi; anche gli ippopotami hanno lasciato tracce dei loro passaggi. Le impronte delle varie specie si intersecano tra di loro, e si sovrappongono a tratti a quelle degli esseri umani, individui in parte adulti e in parte di 1, 2 e 3 anni. In particolare uno di questi bambini in tenera età propriamente non camminava, ma era in piedi e si dondolava: la sua è l'impronta di un piede che calpesta ripetutamente il suolo, rimanendo appoggiato sui talloni. Ha quindi lasciato impressa una serie di piccole dita in parte sovrapposte dalla ripetizione del movimento.
«È stata un’emozione molto intensa - spiega Flavio Altamura, il giovane dottore di ricerca, prima firma dell’articolo appena uscito sugli Scientific Reports di Nature, a cui si deve la scoperta - A Gombore II-2 abbiamo quanto possa esistere di più simile ad una “foto di vita preistorica”. Si può quasi dire che qui abbiamo, 700.000 anni fa, "i primi passi di un bambino", mentre il resto del gruppo ed altri piccoli si dedicavano alle attività quotidiane». Il sito infatti conserva traccia di una serie completa di attività: scheggiatura della pietra (ossidiana e altre rocce vulcaniche) con la produzione di strumenti litici, e macellazione della carne di più ippopotami. C'erano dei carnivori, ma sono venuti solo dopo a cibarsi dei resti lasciati dagli ominidi. Infatti, i morsi dei carnivori sulle ossa si sovrappongono alle tracce lasciate precedentemente dagli strumenti di pietra che avevano tagliato la carne. Quindi il gruppo umano era in pieno controllo dell’ambiente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero