Mamme sotto accusa: consegnavano le figlie a un pedofilo per i video hard

Mamme sotto accusa: consegnavano le figlie a un pedofilo per i video hard
Una oscura vicenda riguardante la produzione di materiale pedopornografico, che avrebbe avuto luogo per diversi anni nella provincia di Pescara, con il coinvolgimento di due...

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Una oscura vicenda riguardante la produzione di materiale pedopornografico, che avrebbe avuto luogo per diversi anni nella provincia di Pescara, con il coinvolgimento di due minori della zona e delle rispettive madri. Una storia raccapricciante ed oscena, con tre adulti nelle vesti di aguzzini, finita davanti al tribunale collegiale di Pescara su segnalazione del tribunale dei minorenni dell'Aquila. I fatti risalgono ad un periodo compreso tra il 2009 e il 2016. Il ruolo centrale, nell'ambito della vicenda, sarebbe stato giocato da un pescarese di 56 anni che quattro anni fa, mentre si trovava agli arresti domiciliari per reati analoghi, fu scoperto dalla polizia postale dopo avere condiviso su internet, attraverso il proprio account gmail, otto immagini a carattere pedopornografico.


Nel corso delle successive indagini, nella sua abitazione, archiviate in una chiavetta usb, furono rinvenuti oltre cinquemila files contenenti filmati ed immagini di minori coinvolti in attività sessuali o ritraenti le loro parti intime. Tra gli incolpevoli protagonisti dei video hard, anche una ragazzina appena dodicenne, figlia di una donna di 45 anni, convivente dell'orco che deteneva il materiale illegale. Secondo l'accusa la donna, anche lei imputata, avrebbe concorso a realizzare foto e video della bambina, carpita «in pose ammiccanti, lascive, riproducenti in primo piano le sue parti intime». La coppia avrebbe realizzato anche cinque filmati, risalenti all'epoca in cui la bambina aveva solo sette anni, nei quali la piccola «veniva invitata ad alzare la gamba sinistra e a mostrare le mutandine di pizzo nero». In alcuni casi, inoltre, le riprese indugiavano sulle natiche nude della bimba mentre dormiva o la immortalavano mentre indossava calze autoreggenti.


Le riprese erano effettuate dall'uomo, che insieme alla madre della bambina forniva istruzioni alla piccola sulle pose ammiccanti da assumere. Insieme alla coppia è imputata anche un'altra donna, di 50 anni, amica della compagna del principale imputato: secondo l'accusa avrebbe realizzato un video pornografico di circa due minuti, poi inviato all'amica, le cui riprese erano state compiute dalla figlia tredicenne. La prima udienza del processo è saltata per difetto di notifica. Si tornerà in aula a dicembre. La coppia è accusata di produzione di materiale pedopornografico, con aggravanti legate alla genitorialità. L'uomo, assistito dall'avvocato Melania Navelli, deve rispondere anche di divulgazione e detenzione delle immagini illegali. La seconda donna, difesa dall'avvocato Alessandro Vanni, è invece accusata di corruzione di minorenne. Il padre di una delle due ragazzine coinvolte si è costituito parte civile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero