Abruzzo, Marsilio: «Primi per vaccino ai giovani. Il segreto? Li cerchiamo sulle spiagge»

Abruzzo, Marsilio: «Primi per vaccino ai giovani. Il segreto? Li cerchiamo sulle spiagge»
Sarà che la Regione ha puntato molto su esami di maturità Covid free; sarà che fuori dagli stabilimenti balneari sono arrivati i camper; fatto sta che...

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Sarà che la Regione ha puntato molto su esami di maturità Covid free; sarà che fuori dagli stabilimenti balneari sono arrivati i camper; fatto sta che l’Abruzzo primeggia in Italia quanto a baby vaccinati. Nella fascia tra 12 e 19 anni il 22 per cento ha già ricevuto la prima dose, il 10,7 anche la seconda. Si traduce con 47.053 prime somministrazioni e 22.781 richiami, su una popolazione complessiva di 213.178 ragazzi. Se addirittura si scorpora la fetta 17-19 anni, i numeri diventano ancora più emblematici: su 34.838 residenti, 30.554 hanno avuto la prima dose (87,7%) e 17.591 (50,49%) anche la seconda. Un quadro che, come spiega il governatore Marco Marsilio al Messaggero, si fonde con quello altrettanto positivo del personale scolastico: su 37.481 docenti e non, hanno completato il ciclo 35.196 persone, pari al 93,3%. Tradotto: l’Abruzzo si aspetta di poter ripartire, a settembre, con scuole in sicurezza, almeno per medie e superiori. 

Presidente Marsilio, da cosa deriva il successo abruzzese della campagna vaccinale tra i giovani?
«Abbiamo investito molto sulla vaccinazione del personale scolastico, quindi c’è una certa sensibilizzazione. Lo abbiamo fatto in anticipo sugli altri, quando mi contestavano che non stavamo vaccinando a sufficienza gli anziani. E poi abbiamo fatto la campagna-maturandi, tra i primi in Italia e con una adesione molto elevata, circa 7 mila giovani sui 10 mila totali. Durante l’estate siamo poi andati in giro con i camper nelle località di villeggiatura».

Operazione “Beach Covid free”: tamponi e vaccini all’uscita dall’ombrellone. Che risultati sta dando?
«Abbiamo intercettato i ragazzi in vacanza che non sarebbero mai andati nell’hub vaccinale. Lo stiamo verificando giorno dopo giorno. La campagna è iniziata il 1 luglio e terminerà il 30 agosto. Sono state eseguite oltre 8.000 vaccinazioni: tra queste il 60% a giovani. Abbiamo fatto anche 800 tamponi, scovando 13 positivi». 

 

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C’è stato in Abruzzo un effetto Green Pass?
«Dopo il 22 luglio le vaccinazioni sul camper sono notevolmente aumentate, in particolare tra giovani. Da quando c’è la minaccia di non poter fare vita sociale molti hanno rotto gli indugi. Per la verità, però, in Abruzzo i ragazzi si vaccinavano anche prima, quando di Green Pass neanche si parlava e non c’è stata alcuna azione coercitiva. Penso che sia stato il frutto di aver offerto l’occasione e la possibilità».

Si aspetta, per queste ragioni, una ripartenza delle scuole piena, in presenza e in sicurezza?
«Speriamo che il combinato disposto delle vaccinazioni a studenti e personale sia efficace, in particolare per Medie e Superiori. Al momento dal governo ci è arrivata solo una mezza rassicurazione sul rinnovo dei fondi per potenziare il trasporto, ma qui siamo riusciti anche lo scorso anno a garantire il servizio con sufficiente sicurezza. Sarebbe una cosa buona, piuttosto, se ci dessero soldi per fare impianti di ricircolo dell’aria».

Nel Lazio e in altre regioni ci sono segnali di recrudescenza dell’epidemia. È preoccupato?
«Guardiamo tutto con attenzione. Sono un paio di settimane che in Abruzzo non abbiamo persone in terapia intensiva e l’incremento dei positivi, che pure qui c’è stato, non si è tradotto in un aumento dei ricoveri. Quando arrivò la variante inglese, ancora più pesantemente, nel giro di 2-4 giorni ci siamo ritrovati con decine di accessi al pronto soccorso di persone in condizioni molto critiche. Questo oggi non si sta verificando: troviamo persone positive quasi casualmente, andando a controllare in aeroporto o con i camper, asintomatiche o con sintomi lievissimi».

È d’accordo sull’inasprimento delle restrizioni con Green Pass?
«L’idea di usarlo quotidianamente come strumento per setacciare socialmente le persone e quindi magari costringerle a vaccinarsi, peraltro sotto la loro responsabilità, a me sembra una forzatura».
 

 

 

 

 

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