Perdonanza e Unesco, Celestino
è di nuovo al centro del mondo

Perdonanza e Unesco, Celestino è di nuovo al centro del mondo
di Angelo De Nicola
2 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Dicembre 2015, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 16:06
L'AQUILA - Forse i commissari Unesco chiamati, tra oggi o domani in Namibia, a pronunciarsi sul riconoscimento quale “Patrimonio dell’Umanità” della Perdonanza, non lo sanno.

Ma nelle loro mani passa il futuro dell’Aquila, la città ferita in cerca di un’identità. Come spesso accade, da oltre sette secoli, per le questioni che lo riguardano, Celestino V è al centro degli eventi mondiali. S’è infatti caricato di una valenza epocale il passaggio in Namibia. In quell’Africa in cui Papa Francesco, domenica scorsa, ha compiuto un pellegrinaggio storico aprendo il “Giubileo della Misericordia” proprio in quella Bangui dove, da 28 anni, Celestino V combatte per l’evangelizzazione del Continente nero.

E’ infatti intitolato all’Eremita del Morrone la missione che le Suore celestine del monastero aquilano di San Basilio (le ultime eredi al mondo dell’Ordine celestiniano) hanno impiantato nella “maledetta” capitale del Centroafrica in cui i cristiani spesso vengono presi come tori nell’arena. Ieri, l’agenzia AdnKronos in un lancio ha scritto: «Il Giubileo straordinario della misericordia è il 30.mo Anno Santo indetto dalla Chiesa cattolica, a partire da quello proclamato nel 1300 da Bonifacio VIII, in qualche modo “erede” della Perdonanza istituita da Celestino V nel 1294 con la Bolla che prevedeva l'indulgenza plenaria per chi, pentito dei propri peccati e confessato, si fosse recato tra il 28 e il 29 agosto a Collemaggio».

Il PRIMO GIUBILEO
Ecco, specialmente dopo le dimissioni di Benedetto XVI (quante similitudini con quella fine del 1200...), sta finalmente passando il concetto che il Giubileo l’ha inventato il Papa aquilano. Ma proprio qui sta il punto che rischia di far saltare il riconoscimento dell’Unesco che potrebbe cambiare la storia moderna dell’Aquila grazie, appunto, al suo glorioso passato. In seno alla Commissione, o meglio nelle sue componenti sunnite, s’è diffusa l’opinione che la Perdonanza, collegata a un “Crociato della pace” quale è Celestino V (il perdono è l’anticamera della pace...) altro non è che un Giubileo “mascherato” usata dalla cattolicissima Italia, che ha avanzato solo questa scheda, come cavallo di Troia. “Guerra” di religione, insomma.

Il che non è vero. O almeno non è stata questa la “filosofia” della proposta che ha fatto leva non tanto sull’aspetto religioso (non nascondibile) quanto sulla matrice laica in relazione alla proprietà morale della Bolla del Perdono da parte della municipalità aquilana. Il tanto criticato Corteo della Bolla, “marchio” della Perdonanza Moderna rinata nel 1983 (la “pagliacciata” a giudizio dei soliti “costruttori” di una città migliore...), potrebbe essere l’arma decisiva per ottenere l’ambita “benedizione” dell’Unesco. Perchè è proprio il Corteo che vuol testimoniare la “proprietà” della Bolla scortandola dal Municipio a Collemaggio e riportandola indietro il giorno dopo. Il 28 agosto. Di ogni anno. In un Giubileo annuale. Il primo della storia.

Uno (sciagurato) no dell’Unesco suonerebbe a questo punto una “benedizione” ancor più forte dell’attualità e validità del messaggio di quel rivoluzionario che è stato il Papa aquilano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA