L’Aquila aspetta Mattarella
nessun rinvio nonostante Parigi

L’Aquila aspetta Mattarella nessun rinvio nonostante Parigi
di Angelo De Nicola
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Sabato 21 Novembre 2015, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 15:37

L'AQUILA - La visita domani si farà. Il dubbio che potesse saltare, comprensibilmente dopo i fatti di Parigi, la venuta all’Aquila del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato sciolto dopo una nota del Quirinale intorno alle 13 di ieri.

Conferma che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molti e soprattutto al presidente del Tribunale dell’Aquila, Ciro Riviezzo, che da mesi combatte per la riattivazione del Palazzo di giustizia quale, dice, «indispensabile presidio della ricostruzione della città ferita dal sisma».

IL SIMBOLO

Non a caso, Mattarella nel pomeriggio di domani inaugurerà ufficialmente il “Palazzaccio” aquilano che s’è guadagnato, per aver ospitato alcuni grandi processi (Vajont e Strage di Patrica su tutti) un posto nella storia non solo giudiziaria del Paese.

La struttura è un po’ il simbolo dell’Aquila post sisma in questo momento: un glorioso passato, un presente singhiozzante (dalla riapertura del settembre scorso i problemi non mancano a cominciare dai parcheggi), un futuro incerto (i lavori per completare lo stabile vanno a rilento).

IL BRAND

Ancor più simbolica sarà la presenza del Presidente all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università dell’Aquila, quarta tappa del suo “cammino” entro l’alta cultura italiana. Si tratta di una benedizione importante del marchio cittadino, “la città universitaria” (e con le eccellenze a esso collegate come il Gran Sasso Scienze Institute e i Laboratori) che il sisma, o meglio sarebbe dire la comunicazione legata al disastroso evento, ha rischiato di uccidere. Dopo il 6 aprile, l’informazione ha scelto come simbolo, perché faceva più notizia, la Casa dello Studente (ai piedi di quel che restava dell’edificio sono state fatte le dirette di tutte le Tv del mondo), ovvero del condominio-studentato in via XX Settembre dove morirono, sotto le macerie, otto studenti universitari, otto figli dell’Aquila. Una tragedia immane. Ma non la sola, purtroppo. E non c’è stato verso, dopo che si sono levate alcune voci peraltro molto sommesse, di cambiare. Quel simbolo ha fatto più danni del terremoto.

Mattarella, che pure renderà omaggio al simbolo-Casa dello Studente proprio in apertura della sua visita aquilana, presenziando all’inaugurazione dell’anno accademico sembra voler cambiare rotta e mandare un messaggio chiaro: Lo Stato, attraverso il suo massimo esponente, è vicino all’Università dell’Aquila. «Ebbi modo di invitare il Capo dello Stato quando l'Istituzione Sinfonica tenne il concerto al Quirinale- ha raccontato il sindaco Massimo Cialente giorni fa-. Con la presenza del Presidente viene così riconosciuta alla nostra Università lo sforzo che è stato fatto per rimanere qui in situazioni disperate. Mattarella viene a riconoscere che gli aquilani hanno resistito e sono stati capaci di ripartire».

GLI AQUILANI

Che città trova il Presidente della Repubblica? Non è un momento felice e non solo per la lentezza della ricostruzione, che pur avanza, nè per i ripetuti scandali. Al Presidente sarà stato certamente evidenziato dal suo staff che due alti servitori dello Stato, prima il vicesindaco (che è stato Procuratore della Repubblica) Nicola Trifuoggi e poi il prefetto Francesco Alecci, hanno avuto parole durissime di condanna del tessuto morale cittadino. E se Trifuoggi aveva accusato la società civile di non indignarsi di fronte a quanto emerge dalle inchieste giudiziarie, Alecci, proprio l’altro ieri, in un’occasione ufficiale ha detto che «abbiamo difficoltà enorme a lavorare con una società e una comunità civile che non vuole prendere atto della gravità del problema e questo è segno che parte della comunità è coinvolta a volte anche con reati infimi, con morti di fame che delinquono per reati di poche migliaia di euro. Questa comunità prima aveva altre connotazioni morali».

Urge una parola, Presidente. Una parola buona.

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