Salvini: salva-casa in Cdm, i dubbi di Palazzo Chigi

Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, durante la presentazione itinerante dei progetti infrastrutturali per il Paese “L’Italia dei Sì 2023-2032 - Progetti e grandi opere in Italia” presso la Reggia di Venaria, Torino, 10 maggio 2024....
di Francesco Bechis
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Giovedì 16 Maggio 2024, 05:00

ROMA Non chiamatelo condono. Matteo Salvini non ci sta: lunedì in Consiglio dei ministri porterà «il piano salva-casa», altroché. Un decreto per «sanare le piccole irregolarità interne alle case degli italiani che li fanno impazzire, microproblemi che tengono in ostaggio le famiglie».

IL BLITZ

Eccola, la carta segreta del leader della Lega a tre settimane dalle elezioni europee. Mettere in regola da un giorno all’altro migliaia di travi e tramezzi, soppalchi e verande che per le leggi in vigore oggi in regola non sono. In verità non è un segreto: il “Capitano” va annunciando da mesi la sanatoria edilizia un tempo cavallo di battaglia di Berlusconi. Forse ora è la volta buona: i tecnici di Palazzo Chigi sono davvero al lavoro sul testo, che potrebbe atterrare in Cdm già la prossima settimana. Il condizionale però è d’obbligo. Perché l’ennesimo annuncio in pompa magna del vicepremier e ministro delle Infrastrutture è stato accolto da un certo gelo degli alleati.

Nessun commento dalla premier Giorgia Meloni, costretta ad annullare gli impegni di giornata per questioni famigliari. Ai suoi la leader di Fratelli d’Italia continua a ripetere: «Prima leggo il testo». Serve un via libera politico, prima ancora che tecnico, alla sanatoria made in Lega. Il discrimine è sempre lo stesso: «Non può essere un condono». Sarebbe un assist clamoroso alle opposizioni in dirittura di arrivo del voto spartiacque in Europa, ragionano nel cerchio vicino alla premier. Che in questo momento predica cautela, apprezza poco le fughe in avanti dell’irrequieto Salvini tutte dettate dalla corrida elettorale e la necessità di strappare una preferenza in più nella sfida proporzionale, dentro e fuori il centrodestra.

Per questo Meloni tronca e sopisce. Sulla sanatoria come sulla riforma della separazione delle carriere sbandierata da Forza Italia arriverà un via libera, prima o poi. Ma «senza fretta», spiegano dal partito di via della Scrofa, «e non è detto che arrivi prima delle Europee». Non che la premier sottovaluti l’appetibilità elettorale del piano casa: l’epopea berlusconiana qualcosa insegna, a riguardo. Per questo ieri da Palazzo Chigi hanno smentito la voce secondo cui nella prossima legge di delegazione europea il governo recepirà l’odiatissima direttiva Ue sulle Case green, contro cui l’intero centrodestra sta montando la campagna elettorale.

IL PIANO

Salvini punta molto sul piano “salva-casa”.

Occasione ghiotta per risalire la china nei sondaggi con una battaglia assai popolare nell’elettorato di centrodestra - e non solo - mentre si allontanano le chance di un primo semaforo verde in Parlamento alla riforma federalista dell’autonomia. Se ne riparlerà quasi sicuramente dopo le elezioni europee: non c’è fretta, frenano ancora da Fratelli d’Italia.

Anche Tajani ieri ha tagliato corto sulla sanatoria edilizia: «In Cdm lunedì? Non lo so, non faccio l’ordine del giorno, dovete chiederlo a Salvini» si è smarcato fra i cronisti in Transatlantico. Dallo staff del segretario leghista si dicono sereni: il decreto “salva-case” è a un passo dalla bollinatura. Cosa prevede? È tutto scritto sul sito del ministero di via Nomentana. Saranno sanate «le difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente». O ancora «le difformità edilizie interne, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche». Ma dovrebbero rientrare nel decreto anche le «difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo».

Insomma, piccoli ritocchi. Abusi che riguardano quasi l’80 per cento del patrimonio immobiliare italiano, stando alle stime del Consiglio nazionale degli ingegneri. Dice Salvini: «Chi si è fatto una cameretta perché gli è nato un secondo figlio deve essere messo nelle condizioni di sanare «senza impiegare 30 anni: dobbiamo fare in modo che non gli debba rompere le scatole nessuno, sana quel che c'è da sanare e basta». E a chi gli fa notare che le opposizioni monteranno le barricate contro il nuovo “condono”, ospite di TgCom 24, il capo della Lega sbuffa di rimando e alza gli occhi al cielo: «Condono, condono, condono...».

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