Bernini contestata a Pisa: evento elettorale impedito

Il gruppetto ha bloccato l’ingresso del bar dove si doveva svolgere il comizio con kefia, tamburi e bandiere

In alto il convegno sulla Zes a sinistra il ministro Bernini sotto L’Università di Pescara
di Andrea Bulleri
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Domenica 19 Maggio 2024, 07:00

Quel che è certo è che a Pisa tornerà, prima della fine della campagna elettorale. «Mi hanno impedito di parlare – sbotta a sera la ministra di Forza Italia Anna Maria Berinini – è questa la loro idea di democrazia?». L’ultima contestazione, l’ennesima, è andata in scena ieri pomeriggio di fronte a un bar della città della Torre pendente. Dove la titolare di Università e ricerca, in tour per la Toscana, avrebbe dovuto partecipare a un incontro elettorale per le Europee. Ma ad aspettarla, sotto i portici di Borgo Stretto, c’era un gruppo di manifestanti, “armati” di bandiere della Palestina, fischietti, tamburi e casse con musica a tutto volume. Che prima hanno lanciato slogan contro la ministra impedendole anche solo di provare a controbattere. Poi, quando lei è comunque entrata nel luogo dell’iniziativa, hanno fatto muro impedendo a iscritti e militanti di accedere. Di fatto, facendo saltare l’evento.

Una protesta che segue le contestazioni già andate in scena nelle scorse settimane. E che riaccende un faro sul clima sempre più incandescente che si respira nelle aule e nelle piazze, qualche giorno fa al centro di un comitato di ordine e sicurezza al Viminale a cui ha partecipato la stessa Bernini. Una primavera calda che si è concretizzata nei cori contro la ministra Eugenia Roccella agli stati generali della natalità a Roma e negli slogan anti-Israele riecheggiati negli ultimi mesi negli atenei lungo tutto lo Stivale, da Torino a Roma. Bersaglio dei quali è finita più volte anche la titolare dell’Università.

I VIDEO E GLI SLOGAN
Nei video rilanciati ieri sui social si vedono alcune decine di studenti, o autoproclamatisi tali, che sventolano bandiere della Palestina, la kefia al collo. «Bernini – è il grido sparato dal megafono – prima o poi farà i conti con la storia. Si sta rendendo complice del genocidio del popolo palestinese».

L’esponente forzista, dopo essere rimasta in silenzio per ascoltare le ragioni della protesta, a quel punto ha provato a controbattere. «Ma – racconta chi era con lei – le è stato impedito». Così come non sarebbe stato consentito di entrare a gran parte dei militanti presenti, motivo per cui l’evento alla fine è stato annullato tra i tafferugli. Una bandiera di Forza Italia è stata strappata, e «en nostro dirigente, il coordinatore provinciale Lorenzo Paladini, è stato addirittura spintonato e buttato in terra», racconta il coordinatore toscano degli azzurri Marco Stella.

«Noi abbiamo ascoltato i loro slogan e le loro urla, mentre loro ci hanno impedito di realizzare la nostra iniziativa. E questo – commenta la ministra – è totalmente fuori da ogni perimetro democratico». Amareggiata, Bernini, anche perché convinta di aver mantenuto una linea di equilibrio, anche rispetto a quanto accaduto in altri Paesi dove le manifestazioni negli atenei sono stati repressi senza cerimonie. «Mi sto battendo da mesi perché gli studenti possano, all'interno delle università, manifestare liberamente il loro pensiero critico», osserva la ministra azzurra. «Eppure questa nostra disponibilità al dialogo non è colta da alcune minoranze rumorose che anche oggi a Pisa ci hanno impedito di parlare. Noi – rilancia – siamo convinti che per essere ascoltati bisogna imparare ad ascoltare. E oggi non solo non siamo stati ascoltati ma non siamo stati messi nelle condizioni di fare la nostra manifestazione».

SOLIDARIETÀ
Solidarietà alla ministra è stata espressa dai colleghi di partito e di maggioranza. «Un clima di grave intolleranza», avverte il segretario forzista Antonio Tajani. «Quanto accaduto è inaccettabile, mi auguro che tutti prendano le distanze da chi ha cercato di mettere il bavaglio a giovani studenti di Forza Italia». Rilancia il capogruppo di FdI Tommaso Foti: «Il governo Meloni non ha mai compresso la libertà di manifestare, a differenza di quanto accaduto in molte altre nazioni. Ma alcuni continuano a interpretare questa libertà come strumento per impedire quella altrui». Dall’opposizione tra chi esprime vicinanza alla ministra c’è Pier Ferdinando Casini: «Solidarizzo con Bernini senza se e senza ma. Il processo di barbarizzazione della politica va arrestato senza esitazione da parte di tutti». La diretta interessata, nel frattempo, non fa passi indietro. «Tornerò a Pisa nelle prossime settimane – annuncia ai suoi – E mi auguro che stavolta sia rispettata la libertà di tutti».

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