Allora consigliere Volpi, che succede?
«Martina Minchella non ha concordato nulla con noi. Il capogruppo Mario Quintarelli le aveva detto che sul rischio sismico degli edifici pubblici bastava un'interrogazione, ma lei è andata avanti».
Avete disertato apposta, dunque?
«Abbiamo ritenuto più conveniente fare altro».
Un po' esagerata, come reazione...
«Si discute su cose interessanti. Ciò che si chiedeva era giusto, ma a che serviva un consiglio?».
Così però riecco la contrapposizione tra le due anime del Pd.
«Tra un pezzo della maggioranza e l'altra, che appena può cerca di metterci i bastoni tra le ruote. Forse si voleva utilizzare il consiglio per proporre un'altra cosa. Perché chiedere un consiglio su questo?».
Ha fatto la domanda, si dia la risposta.
«Qualcuno ha qualche interesse su Belcolle?».
Dunque dietro c'è una guerra sulla sanità?
«Normale, c'è chi su questo ha una rendita di potere e forse non vuole che qualcun altro ci entri. E qualcun altro probabilmente ci vuole entrare».
Vi aspettate reazioni contro la vostra corrente?
«La reazione la vedo ogni giorno. Il presidente del consiglio (Marco Ciorba, ndc) si mette di traverso su una mia mozione per chiedere all'Ato la riduzione delle tariffe nelle zone in cui c'è la non potabilità dell'acqua. L'ho presentata il 5 agosto, continua a fare orecchie da mercante».
Insomma, il fuoco della crisi non si è mai spento.
«Assolutamente no, siamo diversi come il diavolo e l'acqua santa. E' l'ennesimo incidente di percorso di una realtà che è quella che è: in questa maggioranza convivono anime che sono completamente differenti».
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