«Guarda caso la vicenda è esplosa due mesi dopo la mia elezione, il 7 luglio 2011, quando un sopralluogo dell'Arpa accertò il non funzionamento dei depuratori - fa notare Olivieri - e guarda caso mi ritrovo sotto processo alla vigilia delle prossime amministrative. Sembra fatto apposta per screditare - commenta il sindaco Olivieri - ma io dormo sonni non tranquilli, di più».
Il caso finì su “Striscia la notizia” e nel mirino del Noe, il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri. Nella primavera 2014 ci fu il sequestro giudiziario degli impianti e il primo cittadino fu iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di detenere in maniera temporanea dei fanghi di depurazione senza autorizzazione. «Hanno rilevato che le vasche ormai ferme e non funzionanti contengono sia acqua che fango - spiega il sindaco - da qui l'accusa di aver utilizzato le vasche come luogo di stoccaggio temporaneo senza autorizzazione. Ma come facevamo a chiedere l'autorizzazione se gli impianti sono fermi?».
Tre i depuratori, uno in centro, uno nell'immediata periferia e uno al Pallone. L'ex sindaco Gemini Ciancolini avrebbe voluto realizzarne uno solo, rinunciando all'idea per carenza di fondi, mentre sempre per lo stesso motivo, dal 2009 sarebbe venuta meno la manutenzione, che avrebbe dovuto essere gestita in proprio. In attesa di finanziamenti, il Comune decise di togliere la tassa di depurazione dalle bollette.