Viterbo: sesso con minori,
cinquantenne rinviato a giudizio

Viterbo: sesso con minori, cinquantenne rinviato a giudizio
di Silvana Cortignani
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Venerdì 10 Ottobre 2014, 18:31
E’ stato rinviato a giudizio per sfruttamento della prostituzione minorile, ed estorsione, il grafico viterbese cinquantenne che avrebbe fatto sesso in cambio di denaro con un dipendente minorenne, minacciandolo di non pagargli lo stipendio se si fosse rifiutato. Il giovane – oggi 26enne, sposato e padre di un bambino - si è costituito parte civile al processo, che prenderà il via a Roma davanti al collegio il prossimo 15 gennaio.

I presunti abusi, denunciati solo nel 2011, a distanza di ben sette anni, sarebbero cominciati nel 2004, quando la vittima, allora 16enne, fu assunto per 20 euro al giorno come addetto alle pulizie. Ben presto però il professionista gli avrebbe fatto delle avances. Un lasso di tempo che, secondo il difensore Samuele De Santis, dovrebbe far riflettere: “In questa squallida vicenda la vera vittima è l’aguzzino, finito in un giro di giovanissimi senza scrupoli, pronti a vendersi in cambio di denaro”. Se il minore ci stava, secondo l’accusa, sarebbe scattato una sorta di tariffario degli extra straordinari: 30 euro per la masturbazione, 50 euro per un rapporto orale, 100 euro per rapporti sessuali completi. Dopo di che le richieste si sarebbero fatte più spinte. «Mi faceva fare sesso con un altro mentre stava a guardare. Non mi pagava se non facevo sesso e faceva lo stesso anche con altri», avrebbe raccontato la vittima al pm Renzo Petroselli. Il quale, per la gravità delle accuse, ha spedito il fascicolo alla direzione antimafia di Roma, competente per certi tipi di reati.

«Dimostreremo che c’è stato mercimonio e non sfruttamento», ribadisce De Santis, facendo notare come sia stata già ridimensionata l’accusa iniziale, da violenza sessuale a induzione alla prostituzione: «Nessuna induzione, erano consenzienti», sottolinea il legale.
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