Per ripartire, il ministro Lucia Azzolina ha previsto lezioni anche il sabato, frequenza a turni differenziati, organizzazione della classe in più gruppi di apprendimento, con alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi e dunque anche di diverse età. La didattica a distanza resta come opzione marginale e solo per le scuole secondarie di II grado. La mensa? Potrà essere organizzata su due o più turni per evitare l'affollamento dei locali e qualora non sia sufficiente, gli enti locali potranno studiare soluzioni alternative come il consumo del pasto in monoporzioni all'interno dell'aula.
“La principale soluzione individuata – spiega Bentivegna – è quiella di aumentare gli spazi. Ma come si può pensare di sdoppiare le classi senza un incremento di personale? La verità è che il 20% delle scuole non è in grado di accogliere gli studenti per mancanza di locali adeguati alle nuove disposizioni”.
Forti perplessità anche da Alessandro Ernestini, dirigente del Santa Rosa di Viterbo. “Quanto sinora trapelato è troppo generico per dare un giudizio preciso. La tutela della salute – ricorda – deve essere prioritaria ma per garantire la sicurezza degli studenti ci deve essere un apparato extrascolastico capace di rimodularsi. Io, comunque, mi ritengo fortunato: il nostro orario è ridotto rispetto ai professionali o ai tecnici, dove sarà più complicato organizzare tutto”.
Sul nodo dei trasporti insiste Andreina Ottaviani, preside dell’Alberghiero di Caprarola, frequentano in larga maggioranza da studenti pendolari. “Questo è il vero nodo: che si facciano turni o meno – sostiene – andranno garantite le corse in base ai nuovi orari e per evitare affollamenti. Capisco che i ritardi nel definire un quadro certo siano dovuti anche alle incertezze su come si comporterà il virus a settembre, ma sono fiduciosa: nella Tuscia l’epidemia è rimasta sotto controllo e l’autonomia scolastica ci aiuterà a definire le soluzioni più adatte”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA