Viterbo, rincari al top in Italia per bar e ristoranti: mangiare fuori casa è un lusso

Viterbo, rincari al top in Italia per bar e ristoranti: mangiare fuori casa è un lusso
di Luca Telli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Luglio 2023, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 20:57

Mangiare fuori è un lusso, dalla colazione al bar alla cena al ristorante, dalla pizza al taglio al gelato: l’ondata di rincari travolge la Tuscia. Secondo l’ultimo rapporto dell’Unione Nazionale Consumatori in un anno i clienti hanno visto aumentare i prezzi del 15,1%, al primo posto tra le province italiane con rincari quasi tre volte superiori al 5,5 per cento che rappresenta la media nazionale.

Depositi bancari pro capite, Viterbo penultima nel Lazio e in coda tra le province italiane

Un primato che per la Tuscia è una triste conferma. Già nei mesi scorsi infatti le associazioni dei consumatori avevano acceso i riflettori sulla questione e su un mercato della ristorazione totalmente fuori controllo: prezzi saliti all’improvviso e in maniera non sempre giustificata. Il boom delle materie prime e dei costi per alimentari e bevande, che pure ha colpito nella Tuscia più che in altre aree come dimostrano una serie di indicatori, non basta, per esempio, a spiegare la differenza con la vicina Terni dove nello stesso anno di riferimento i prezzi sono saliti di 12 punti percentuali in meno: del 3,1 per cento.

Altro aspetto che preoccupa è la diffusione capillare di rincari che non risparmiano alcuna zona della Tuscia salvo pochissime eccezioni. Gli aumenti maggiori, tuttavia, si registrano in corrispondenza delle aree turistiche a cominciare dal litorale dove i turisti devono far i conti anche con gli aumenti di affitti e servizi degli stabilimenti balneari.

Tra Tarquinia e Montalto di Castro per la colazione al bar si spende dai 2,70 euro a 3 euro (cappuccino e cornetto).

Una frittura di pesce costa da non meno di 18 euro fino a 22. Per gli spaghetti con le vongole il prezzo oscilla tra i 16 ed i 20 euro. Per una cena di due portate che prevede antipasto e un secondo, il prezzo a persona supera i 40 euro se in abbinamento viene richiesto un vino di media qualità.

Un salasso che rischia di fare male anche alle imprese. Effetti immediati di questa situazione, che è da una parte scelta imprenditoriale dall’altra effetto del rincaro delle materie prime, è la diminuzione della clientela che inizia a tenersi lontano dai ristoranti. Un calo sul quale anche Confesercenti, attraverso una nota nei giorni scorsi, aveva messo in guardia ammonendo dagli effetti che il carovita è in grado di avere sui consumi. Un problema serio che se i gestori non percepiscono, per ora, in termini numerici (di sedute) vedono invece nel numero delle portate ordinate dai clienti.

L’effetto peggiore, tuttavia, è il rischio di perdere quel piccolo ma prezioso patrimonio di turisti che negli infelici anni del Covid avevano ridato vita alla costa viterbese; quello su cui costruire il futuro e che ora potrebbe fuggire verso destinazioni più vantaggiose.

© RIPRODUZIONE RISERVATA