Come riporta la determina regionale, “Il sito in località Pascolaro, il Cassettone e Bivio del Pellegrino si presenta come una vasta area agricola coltivata a granaglie (orzo, grano), seminativi oliacei (girasole, mais), sulla quale insiste, in regime concessorio, un’azienda faunistico venatoria ed è ubicato nella valle del fiume Tevere, al confine tra Umbria e Lazio, in area soggetta ad inondazioni”. Un’area quindi molto delicata dal punto di vista ambientale che “circa 10 anni fa, è stata interessata da un’indagine della magistratura in quanto oggetto di un traffico illecito di rifiuti con relativo interramento degli stessi”, continua il documento.
Pertanto, a Roma hanno deciso “di dover assicurare l’immediato accertamento della situazione ambientale presente nel sito, così come richiesto dalla normativa vigente, nel rispetto del principio della massima tutela e salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente”. Ma da Roma arriva anche una prescrizione precisa: “Il Comune di Graffignano avrà cura di trasmettere ogni documentazione attestante l’avvio di azioni volte al recupero delle somme anticipate nei confronti del soggetto responsabile del potenziale danno cagionato”. Quindi il sindaco dovrà chiedere i soldi ai fratelli Nocchi che, intanto, stanno per aprire una nuova cava a pochi chilometri, nel territorio di Civitella d’Agliano.
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