Lo scontro sulla coltivazione delle nocciole nel Viterbese è diventato un caso internazionale. Puntare tutto sulle coltivazioni bio o seguire la produzione su larga scala? Il dilemma è stato messo in evidenza prima dal Financial Times - poi anche dal sito di Fortune - che ha preso come esempio il progetto di un agricoltore di Vignanello che punta sullo sviluppo dell'agricoltura biologica.
Poi dalla televisione pubblica tedesca Zdf, da alcuni giornali francesi, olandesi e svedesi, mentre oggi sarà la volta della tv austriaca.Tutti hanno scelto come punto di riferimento per le loro inchieste il Biodistretto della Via Amerina, nella bassa Tuscia, dove la coltivazione bio presenta ampi spazi ed è l'alternativa all'espandersi della monocultura. Messo in risalto, nei vari servizi, come per olivi e viti ci sia sempre meno sviluppo, insieme ai pascoli.
«Questo interesse dice Famiano Crucianelli, presidente del Biodistretto - nasce dal nuovo clima che c'è in Europa sulla necessità di una transizione ecologica, dal grande allarme internazionale sul cambiamento climatico e dalla consapevolezza che i sistemi di produzione agricola sono fondamentali per contrastare l'anidride carbonica in atmosfera.
L'attenzione dei media stranieri è attirata anche dalle iniziative dei comuni viterbesi sulla matieria, come a Nepi che con ordinanze sindacali e regolamenti puntano a tutelare ambiente e salute delle comunità. Il quartier generale delle tv e giornali europei è stato posto a Civita Castellan, alla Fattoria biologica Lucciano nella frazione di Borghetto.
«Si è parlato di produzione di nocciole e dei problemi annessi ha raccontato il proprietario Ovidio Profili - ed io ho messo in evidenza come il futuro non può che essere il biologico, nel pieno rispetto dell'ambiente e della salute di noi agricoltori e dei cittadini»