Viterbo, strage di gatti al cimitero:
vendetta o messe nere?

Viterbo, strage di gatti al cimitero: vendetta o messe nere?
di S. Cor.
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Martedì 4 Marzo 2014, 17:43
VITERBO - strage di gatti al cimitero di San Lazzaro: gli animalisti minacciano un esposto in Procura, il Comune ci mette una “pezza”, attaccando un cartello in cui si avvisa che i gatti sono del sindaco e che chiunque faccia loro del male o li porti via rischia la denuncia per maltrattamenti agli animali. La conta è presto fatta: la colonia felina del cimitero monumentale, nel giro di poche settimane, si sarebbe misteriosamente ridotta della metà, passando dagli originali 19 ad appena una decina di mici.



Tre sono scomparsi a febbraio, altri cinque negli ultimi due giorni. Una gatta grigia, travolta e straziata da una macchina, è stata trovata morta in maniera orribile domenica mattina. Un giallo: «A giudicare dalle ferite - hanno spiegato alcuni testimoni – sembrerebbe vittima di un agguato, come se l’investitore avesse preso la mira e accelerato apposta per metterla sotto». Un orrore che ha convinto i gestori della colonia, sorta nel 2006, a portare i resti della bestiola alla Asl.



Ieri sono spariti altri quattro mici, due appena sterilizzati. Sei-sette anni fa ci fu un precedente, tanto che si pensò alle messe nere: «Ma quali satanisti? Qualcuno avrebbe chiesto a una ditta che effettuava dei lavori di “deportare” i gatti. Per questo stavolta abbiamo subito presentato un esposto ai vigili urbani, siamo andati alla Asl e siamo pronti a recarci in Procura».



Nel frattempo, in attesa del sopralluogo della Asl, ieri si è mosso Palazzo dei Priori. Nei giorni scorsi molti visitatori del camposanto si erano lamentati per la presenza dei gatti, che lasciavano escrementi su viali e tombe; sul fatto che sulle lapidi vi fossero croccantini e quant’altro. Il vicesindaco Luisa Ciambella ha effettuato una verifica a San Lazzaro, quindi il settore cimiteriale ha fatto affiggere un avviso, mettendo nero su bianco che i gatti del cimitero sono del sindaco Leonardo Michelini.



«Nessuno – si legge – può impedire l’alimentazione e il riparo dei gatti delle colonie, catturarli, spostarli sul territorio, maltrattarli o peggio ancora ucciderli».
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