Viterbo, famiglie sempre più in difficoltà: «Davanti a una tragedia quotidiana»

Viterbo, famiglie sempre più in difficoltà: «Davanti a una tragedia quotidiana»
di Luca Telli
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Lunedì 25 Gennaio 2021, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 21:25

«Prima chiedevo l’ISEE, ora mi accontento di nome e cognome. Perché davanti a chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena la burocrazia può essere messa da parte».

Racconta ma sceglie l’anonimato il sacerdote viterbese perché, spiega, «i riflettori non fanno per i preti e gli applausi vanno alle decine di volontari e donatori che ogni giorno lavorano per aiutare chi è in affanno. Sono loro la speranza, e la gemma più bella, in mezzo a questa devastazione».

 L’anno è iniziato come forse peggio non avrebbe potuto, «la situazione è tragica» aggiunge, con una crisi che morde, numeri di famiglie in difficoltà in crescita e un profilo di rischio che cambia velocemente connotati.

Se prima alla porta di associazioni di volontariato, parrocchie e servizi sociali bussavano soprattutto stranieri, lavoratori sprovvisti delle garanzie contrattuali, e famiglie monoreddito con figli a carico e stati di disagio economico già segnalato, la platea adesso si è allargata a operai e piccoli imprenditori.

«Tra chi aspetta la cassa integrazione e chi non vede ancora arrivare i ristori promessi sono tanti quelli che necessitano di un sostegno- continua il sacerdote - Quello che una volta era considerato ceto medio adesso non esiste più: disintegrato da una precarietà che la pandemia ha peggiorato».

Un’emergenza che va avanti da marzo, attenuata durante l’estate, e ripresa con maggior violenza in autunno con lo scoppio della seconda ondata il picco sociale della quale potrebbe arrivare alla fine di marzo, quando cadrà il vincolo per i licenziamenti.

Tra le richieste non solo alimentari, ma vestiti, soldi per pagare affitti, bollette, medicine quando non un posto letto.

Ad ascoltare tutti si riesce, a rispondere alle richieste spesso non del tutto.

Due pacchi al mese con beni di prima necessità e, più di qualche volta, quello che si riesce a raccogliere durante le messe. «Ma grazie va detto anche all’amministrazione comunale che ha aumentato i sostegni a cominciare dall’erogazione di buoni spesa», spiega il sacerdote. 

E da Palazzo de priori, fonte assessorato ai servizi sociali, proprio nei giorni scorsi, con una prima riunione informale è stata lanciata una cabina di regia per monitorare la situazione e programmare gli interventi.

 «La risposta che ha dato il Comune è stata energica – spiega Antonella Sberna, assessore ai servizi sociali - . Nell’ultimo bilancio sono stati votati all’unanimità provvedimenti di intervento sociale di alcune centinaia di migliaia di euro. Ora stiamo partendo con questo nuovo progetto che coinvolge realtà associative, religiose, sociali e la protezione civile, in prima linea durante l’emergenza. Mai come ora è importante essere uniti».

Obiettivo della cabina di regia, nel dettaglio, non solo coinvolgere tutte le forze in campo ma aumentare l’efficace dei sostegni senza dispersioni.

«L’idea è semplice – continua Sberna -. Se lavoriamo come un’équipe e non come soggetti separati avremo la possibilità di limitare le disparità. Monitorando le richieste e i soggetti riceventi cioè eviteremo che famiglie abbiano il doppio e altre nessun aiuto. Purtroppo la situazione non è in via di soluzione. Stiamo vedendo ora gli effetti della pandemia, ci aspettano mesi difficili».

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