Al 17 giugno, la data di presentazione del concordato preventivo, Viterbo vantava un credito di circa 4.200.000 euro e aveva un debito di circa 2.570.000.
Già a settembre scorso, alla chiusura dei rapporti dare-avere, «la società ha emesso altre due fatture sotto il controllo di un commissario giudiziale: una per 1.840.000 euro per accertamento Ici, una di 1.220.000 per accertamento Tarsu».
A fare i conti dell’affaire Esattorie Spa è Alba Torrese, avvocato di Carlo e Sandra Marcucci, fondatore e presidente della società che ha riscosso i tributi dei viterbesi fino a giugno. Ebbene, fatto il totale delle cifre certificate dal Tribunale di Isernia che ha accolto la domanda di fallimento, risulta che è Esattorie a vantare crediti nei confronti del Comune per oltre un milione di euro: 5.600.000 euro contro 4.200.000. Sul fronte delle indagini, Torrese chiarisce che i suoi assistiti hanno ricevuto dalla Procura di Viterbo un avviso di garanzia per appropriazione indebita.
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