Il sindaco nei giorni scorsi ha incontrato alcuni commercianti, facendo con loro una passeggiata al Corso. «Abbiamo apprezzato la visita – dice Labellarte – ma non siamo soddisfatti delle solite promesse che non sappiamo se e quando verranno realizzate». La situazione viene denunciata da anni, tanto da mettere sulla graticola tutte le precedenti amministrazioni, «che non hanno mai risolto i problemi». Per ottenere «un minimo di apertura» da quella attuale ci sono volute «proteste e minacce di azioni plateali, ma i provvedimenti presi sono molto insufficienti – continua - e scarsamente incisivi per un deciso rilancio del centro. Occorre di più: di promesse abbiamo le orecchie piene, dei cambiamenti di rotta annunciati in campagna elettorale e più volte sollecitati da noi non si vede nemmeno l’ombra. Il salotto buono della città è diventato un’indecenza».
Ecco cosa accade intorno alle loro attività. «Vandali di notte fracassano vetri e sporcano con ogni tipo di immondizia e deiezioni. Si vedono girare topi, di giorno non c’è nessuna vigilanza, durante la notte è totalmente assente. Questi inconvenienti al 90 per cento li risolviamo noi, ma dovrebbe farsene carico l’amministrazione. Con quali mezzi? Non siamo noi a governare». La provocazione: «Dobbiamo organizzare ronde notturne o riprendere chi butta cartacce per terra, o fa fare i bisogni ai cani in ogni angolo?». Intanto i turisti sono lasciati allo sbando, «lo abbiamo visto anche a Ferragosto». Ecco cosa chiedono. Per prima cosa «il coinvolgimento nelle scelte sulla viabilità e le strategie da intraprendere, perché siamo noi ad avere esigenze precise».
Basta passeggiate, servono idee. E gli amministratori devono «gestire la cosa pubblica con competenza e determinazione mettendo da parte – conclude Labellarte - gli interessi di partito e le fazioni all’interno dei partiti. La nostra protesta non finirà qui: andremo avanti anche con azioni plateali per difendere il centro, che in altre città è curato, ben tenuto e sorvegliato. Chiediamo troppo? No. Basterebbe copiare i provvedimenti di altre città non seconde a Viterbo in fatto di cultura, arte e storia».
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