Viterbo, la crisi è entrata in banca:
in tre anni raddoppiate le sofferenze

Viterbo, la crisi è entrata in banca: in tre anni raddoppiate le sofferenze
di Luciano Costantini
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Giovedì 10 Aprile 2014, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 16:56
VITERBO - Soffre la Tuscia. Tanto. E non da sola. Perch la penisola intera da un lustro soffocata nella morsa tra i debiti che crescono e i crediti che si restringono. L'ultimo rapporto di Bankitalia fotografa nitidamente la situazione, rilevata andando a spulciare i conti degli istituti di credito della Provincia: pi di 200 sportelli, dislocati in 55 Comuni, dove lavorano pi di 1.100 dipendenti.



Se l'apparato bancario negli ultimi anni non praticamente mutato, sono invece cambiati i bilanci. Eccome. Le cosiddette ”sofferenze”, cio la riscossione di crediti di cui non v' pi certezza, sono pi che raddoppiate dal giugno 2010 al settembre 2013, passando da 219 a 479 milioni di euro, mentre i debitori ad alto rischio di insolvenza sono saliti di un terzo: da 4.092 a 6.434.



N pu essere una consolazione il sapere che va male per tutti: a gennaio le ”sofferenze” italiane sono arrivate a quota 156 miliardi. E non serve molta fantasia per immaginare che la forbice si sia ulteriormente allargata negli ultimi sei mesi. Soprattutto sul versante dell'attivit commerciale, artigianale e dell'edilizia, dove tutto praticamente e fermo.

Il sistema bancario evidentemente alla finestra, intanto ha stretto i cordoni della borsa se vero che l'erogazione dei crediti a lungo termine (oltre i 18 mesi) ha subito un drastico taglio: a fronte dei poco pi di 300 milioni sborsati nel giugno del 2007, si passati ai 274 del dicembre 2008, ai 213 dello stesso mese del 2011 ai 149 del dicembre 2013.



Come dire che in sei anni sono stati dimezzati anche i mutui messi a disposizione dagli istituti. Gli impieghi sono scesi dai 281 milioni del giugno 2011 ai 278 del settembre dello scorso anno. E' l'effetto del famigerato credit crunch, vale a dire l'inasprimento dell'offerta di denaro.



E il 2014 - prevede Paolo Capotosti, segretario provinciale della Fabi - non sar migliore. Le istituzioni dovrebbero impegnarsi di pi a dare lavoro a chi lo ha perduto, per esempio ai dipendenti delle Esattorie, piu che a liberare piazze. Meno di un anno fa abbiamo proposto alla Giunta Michelini il lancio di social bond che avrebbero ridato fiato all'economia. Lo sa come finita?. No, lo dica lei: L'idea ancora nel cassetto e penso vi rester.
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