Quanto ci mette il pubblico? Il Comune ieri mattina, a festival finito, ha deliberato uno stanziamento di 50mila euro. Altri 30mila arriveranno dal bando regionale per le attività ricorrenti. Il resto da sponsor privati e incassi. Ma basta? Secondo Michele Pepponi, no.
«Abbiamo due alternative: fare il salto di qualità oppure - dichiara il presidente della fondazione Caffeina Cultura - questa storia non si regge più, economicamente e non solo. Oggi tutto è sulle spalle di 3-4 persone e 250 volontari». Tradotto: servono risorse. «Risorse che - ribadisce - possono arrivare dai privati. Ma la Tuscia non ha mecenati capaci di investire pesantemente. Allora, l'unica strada resta la sinergia tra Comune, Provincia, Regione, associazioni imprenditoriali e Camera di commercio». Pena, la trasformazione in srl e lo spostamento del festival fuori Viterbo.
Ma Michelini resiste, rassicurando: «Se il festival di San Remo lo facessero a Rimini, sarebbe lo stesso? Non credo. Caffeina va contestualizzata sul capoluogo della Tuscia. Il mio interesse di sindaco è che resti a Viterbo». Anche perché il festival sta crescendo, e non intende regredire per carenza di risorse. «L’ottava edizione - rilancia il direttore artistico Filippo Rossi - è la numero 0 della nuova era, quella in cui Caffeina è un festival di cultura globale in cui si ascolta Grossman come l'artista di strada. Caffeina è un ambiente, è la sensazione di una città viva».
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