Soldi a strozzo a imprenditori del pesce: «Ogni giorno 500 euro per non essere gambizzati»

Aula
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Giovedì 17 Novembre 2022, 05:50

«Ogni giorno andavo a consegnare 500 euro dell’incasso dell’attività e ogni 15 giorni gli davamo altri 2.500 euro. Ma il debito non si esauriva mai e le loro richieste diventavano sempre più pressanti e violente». Soldi a strozzo a imprenditori della ristorazione, con la testimonianza di una delle due vittime entra nel vivo il processo per usura ed estorsione. Il procedimento nasce da un’inchiesta della Procura e dei carabinieri del Nucleo investigativo. Gli imputati sono 4 uomini e una donna - il quinto finito nell’inchiesta ha già chiuso i conti con la giustizia patteggiando la pena - che avrebbero preteso soldi da una coppia di imprenditori viterbesi.

Le due vittime, assistite dagli avvocati Giovanni Labate e Enrico Valentini, ieri mattina hanno rimesso le querele per uno dei 4 presunti aguzzini. Secondo quanto emerso dalle indagini del carabinieri del Nucleo investigativo, le due vittime nel settore della ristorazione e del mercato ittico, dopo aver chiesto prestiti al mercato parallelo per le loro attività sarebbero finiti nel giro di usurai spietati.

Il gruppo inizialmente avrebbe messo delle quote nel capitale degli imprenditori per “aiutarli”, ma che nel giro di pochi mesi avrebbero preteso tassi di interesse fino al 250%.

«Ho capito solo dopo diverso tempo cosa stava succedendo - ha detto la donna - il mio compagno vendeva sottocosto il pesce per avere liquidità. Quando ho chiesto spiegazioni e fermato questo giro mi ha raccontato che doveva dei soldi a delle persone. Un debito di 90mila euro che si è presto trasformato in 234mila euro. La mattina dopo sono andata dalla coppia che gestiva la stiauzone per i creditori e mi hanno detto che dovevamo pagare in fretta, altrimenti ci avrebbero gambizzato, stuprato e picchiato. Così ho iniziato con 500 euro al giorno, più bonifici. Ma i soldi non diminuivano mai». Si torna in aula il 28 febbraio.

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